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Quando l’opera diventa pop: attesa per la Prima della Scala con il Macbeth di Verdi

Credit: Ansa photo
Di Maria Elena Marsico
Pubblicato il 7 Dic. 2021 alle 14:02 Aggiornato il 7 Dic. 2021 alle 14:22

Da settant’anni, il giorno di Sant’Ambrogio a Milano vuol dire anche la Prima della Scala, l’evento culturale più atteso dell’anno (prima del 1951, l’inaugurazione della stagione operistica era il 26 dicembre). Il 7 dicembre è il giorno in cui l’opera lirica si fa pop, invade la città meneghina e rapisce gli sguardi (e le orecchie) anche di chi non è avvezzo a questo genere.

Quest’anno in scena andrà il Macbeth di Giuseppe Verdi, tratto dalla tragedia scozzese di William Shakespeare. A dirigerlo sarà il Maestro Riccardo Chailly con la regia di Davide Livermore alla sua quarta Prima al Teatro alla Scala. Nel cast, la Lady sarà Anna Netrebko, Luca Salsi nelle vesti di Macbeth, Francesco Meli sarà Macduff e Ildar Abdrazakov interpreterà Banco. Queste grandi voci, definite da Chailly un poker d’assi, apriranno la vera stagione della rinascita, mentre molti teatri d’Europa restano chiusi. “Trovo che arrivare a fare la Prima il 7 dicembre sia un vero miracolo” dice il sovrintendente della Scala, Dominique Meyer.

Le prove del coro – diretto da Alberto Malazzi – in mascherina, i turni per il trucco, le limitazioni sul palcoscenico, come anche il maxischermo che mancherà nella Galleria Vittorio Emanuele II e la cena di gala che non si terrà, tutti questi elementi riportano al tempo storico e alle sfide che la pandemia di Covid – 19 impone.

La Prima della Scala, infatti, quest’anno ha un valore particolare. “Da un anno stiamo programmando una stagione che fino ad adesso è stata molto complicata e questo Macbeth dovrebbe segnare l’apertura definitiva” auspica Chailly in un intervento a “Che tempo che fa” su rai 3. Intanto l’anteprima riservata ai giovani under 30 è stata una festa. Ben undici minuti di applausi per l’opera, i protagonisti, i registi e i direttori.

L’anno scorso la prima scaligera aveva ospitato 23 tra le più grandi voci della lirica oltre che étoile e primi ballerini del corpo di ballo. Uno spettacolo preregistrato e a porte chiuse, con la regia di Livermore, quasi nazional – popolare, ma suggestivo. Un contenitore di opere e intermezzi recitati, le scene, le arie e i balletti più conosciuti dal pubblico a casa, anche da chi non frequenta abitualmente i teatri. Pensata per la tv e per emozionare.

UN MACBETH DISTOPICO

Il Macbeth è un’opera giovanile di Verdi composta nel 1847, con il libretto firmato da Francesco Maria Piave che con lui aveva già collaborato per “Ernani”, “I due Foscari” e “Attila”. Divisa in quattro atti, la tragedia è ambientata in Scozia nell’undicesimo secolo. Chailly si ispira alla versione di Parigi del 1865 e lo spettacolo, con la regia di Livermore, sarà ambientato in un “Novecento distopico”, con un’atmosfera onirica, da “incubo” che rimanda al film Inception di Christopher Nolan. La scenografia di Giò Forma non avrà riferimenti storici o ambientali. Sullo sfondo lo skyline di città che potrebbero essere Milano, Singapore o New York, o nessuna delle tre. “Dimenticate l’attualità, la cronaca. Noi facciamo arte” commenta Livermore, pur lo spettacolo parlando al presente. Perché è un’attualità distopica che al centro ha il potere. Ma c’è anche amore tra i personaggi, come racconta la soprano Netrebko: “Sono marito e moglie. C’è poi tanta energia, tanto desiderio, lotta per il potere. Questi sono i personaggi di Macbeth”.

Gli abiti, poi, del costumista Gianluca Falaschi saranno contemporanei e probabilmente a spiccare sarà quello rosso della Lady con un airone disegnato e dipinto a mano. Il colore e l’animale vogliono raccontare la tenacia di una donna che assomiglia a un rapace, spiega Falaschi. Una donna assetata di sangue e di potere che sarà il motore dell’azione. Per confezionare i vestiti ci sono voluti sei mesi: “Gli abiti sono fondamentali per raccontare l’evoluzione umana dei personaggi”, spiega il costumista.
Nello spettacolo non mancheranno nemmeno le scene di danza con le coreografie di Daniel Ezralow.

IL PARTERRE

In platea e sui palchi ci saranno il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che siederà nel palco reale con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, il sindaco di Milano, Beppe Sala. Tra gli ospiti più pop saranno presenti Manuel Agnelli e Mika direttamente da X Factor, ma anche Diodato, Cesare Cremonini, Ornella Vanoni accompagnata da Marracasch, Roberto Bolle e Placido Domingo. Annunciati anche Giorgio Armani (il decoro floreale avrà la sua firma), Cate Blanchett, Maurizio Cattelan, Emilio Isgrò, Francesco Vezzoli.

DOVE VEDERE LA PRIMA

Lo spettacolo sarà trasmesso in diretta su rai 1 dalle 17.45 e su Rai Radio 3. La regia televisiva sarà di Arnalda Canali e i conduttori saranno Milly Carlucci e Bruno Vespa. Potrà essere visto anche su Rai Play per quindici giorni. La Prima della Scala è legata anche ai concerti, alle performance e a oltre 80 iniziative sparse in più di 40 luoghi a Milano: è la Prima diffusa che quest’anno compie dieci anni. Sui social network l’hashtag ufficiale sarà #primascala e quest’anno il teatro debutta anche su tiktok.

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