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La musica non è donna: al Concertone del primo maggio suonano solo uomini

Credit: Roberto Panucci/Corbis via Getty Images
Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 28 Apr. 2019 alle 17:31 Aggiornato il 30 Apr. 2019 alle 15:04

Non c’è primo maggio senza Concertone. Migliaia e migliaia di romani e non, come d’abitudine, si ritroveranno sotto al palco di Piazza San Giovanni a Roma per assistere a una delle manifestazioni musicali più attese dell’anno: quella del concerto che, in occasione della Festa dei lavoratori, riempie la piazza con decine e decine di nomi del panorama musicale nostrano.

LA SCALETTA DEL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO A ROMA

Quest’anno l’evento, promosso dalle maggiori sigle sindacali – Cgil, Cisl e Uil – giunge alla sua 29esima edizione. L’evento è organizzato da iCompany e il direttore artistico è Massimo Bonelli. Qualche giorno fa sono stati annunciati i nomi degli artisti che calcheranno il palco di San Giovanni.

Scorrendo la lista, lunga e densa di nomi più o meno conosciuti, non si può fare a meno di notare che tra quelli non ci sia nemmeno una donna. L’unica probabilmente è la conduttrice, Ambra Angiolini, che fa coppia, come nell’edizione del 2018, con il frontman de Lo Stato Sociale, Lodo Guenzi.

Insomma, tra un Noel Gallagher e un Manuel Agnelli, non spunta nemmeno per sbaglio il volto di una donna. Non da sola, per lo meno. A sollevare la questione è il critico musicale Michele Monina, che su Linkiesta scrive un lungo articolo in cui spiega come al centro della faccenda ci sia una questione che è tutta culturale. Come tutto, in questo paese.

“Il cast, anche interessante dal punto di vista musicale, con dentro ottimi nomi, è totalmente maschile. Neanche una artista solista donna su oltre trenta nomi presenti”, scrive Monina. Sono appena quattro, infatti, le donne che saliranno sul palco, ma solo perché parte di una band (da La Rappresentante di Lista a Coma Cose a La Municipal).

Il paragone con Saremo scatta in automatico. Prima di tutto perché parliamo dell’altra grande manifestazione musicale nostrana e poi perché anche il festival è stato ampiamente travolto dalle critiche proprio perché poco attento alla presenza femminile sul palco.

Nelle ultime due edizioni, quelle che hanno visto Claudio Baglioni alla guida della kermesse musicale, sono state quattro il primo anno e sei il secondo le artiste salite sul palco dell’Ariston. Sempre meglio di quanto accade quest’anno a Roma, in una manifestazione che, vuoi o non vuoi, avrebbe un certo peso sociale e culturale anche per quegli ambienti che predicano ma praticano male certi ideali.

Come spiega Monina, Bonelli e Dori Ghezzi non sono di certo sessisti, ma il problema resta. E diventa ancora più antipatico e grande quando la giustificazione diventa che le “big” della musica interpellate erano già impegnate. Peccato, però che non stiamo parlando di artisti di grandissima fama. La maggior parte dei nomi che salirà sul palco è semi sconosciuto: in molti casi si tratta di artisti di nicchia o emergenti che non tutti conoscono. Quindi la domanda resta e si fa anche più insistente: perché non ci sono artiste sul palco del Concertone di Roma?

E no, non basta dire che gli altri anni di donne ne sono passate sul palco romano. Perché il problema resta ed è semplicemente più evidente quando il numero da esiguo che è sempre stato scende a zero.

Piuttosto imbarazzante è stato anche il tentativo di porre rimedio alla evidente carenza di donne in piazza San Giovanni in prossimo primo maggio attraverso un post pubblicato sui social in cui compariva la foto dello staff che si muove dietro le quinte del grande palco, accompagnata dalla didascalia: “Lo sapete che il 1 maggio 2019 è un evento a trazione femminile?”.

Evidentemente, ancora una volta, le donne stanno bene nelle retrovie, a lavorare. Sul palco lasciamo salire gli uomini. Alla questione culturale pensiamo l’anno prossimo.

Il post sulla pagina Facebook di Primo Maggio 2019
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