I 70 anni di Bruce Springsteen
Bruce Springsteen è nato alle 22,50 del 23 settembre del 1949 al Monmouth Memorial Hospital di Long Branch, una piccola località marittima del New Jersey. Oggi è il suo compleanno, compie 70 anni.
Il padre era un po’ olandese e un po’ irlandese. La madre era italiana, proveniente da una famiglia emigrata negli Stati Uniti alla fine dell’Ottocento da Vico Equense, nei pressi di Napoli. Un anno dopo nacque sua sorella Virginia e nel 1962 la sorella Pamela, che divenne attrice e fotografa di successo.
Il primo disco risale al 1973: Greetings from Asbury Park, N.J. Bruce Springsteen aveva appena 24 anni. E non era ancora il “Boss”.
Con trentatré album pubblicati in cinquanta anni di musica, il Boss ha venduto negli Stati Uniti 65 milioni di dischi e, secondo alcune stime, circa 120 milioni nel mondo.
Imparare a suonare la chitarra, strumento che incarna per Bruce l’autentico grido di rivolta dei pionieri del rock, rappresentava una potente possibilità di riscatto e fuoriuscita dalla miseria.
Bruce Spingsteen non ha mai dimenticato le sue origini, umili e spesso segnate da condizioni economiche precarie. Suo padre era un veterano della seconda guerra mondiale e cambiava spesso lavoro: tassista, conducente di autobus, operaio e guardia carceraria, il tutto alternato a periodi di disoccupazione. E nella sua musica le fonti principali di ispirazione sono la grande tradizione popolare americana, con un occhio di riguardo sempre rivolto verso i più deboli, gli invisibili.
Attraverso l’immediatezza del rock racconta, infatti, la quotidianità degli ultimi offrendo uno spaccato della grandezza e delle contraddizioni della società statunitense.
Le sue canzoni disegnano la storia americana, tra denunce sociali e sogni. Degli Stati Uniti, le sue parole ne descrivono il paesaggio geografico e la situazione economica. La sua musica vuol bene all’America, ma c’è una convinzione di fondo: il Sogno americano è tale solo se lo è per tutti.
Dopo aver suonato in varie formazioni musicali durante gli anni Sessanta (passando dal garage al blues-rock), nel 1971 Bruce Springsteen si trasferisce a New York, nel mitico Greenwich Village, dove sulle orme di Bob Dylan cerca di sfondare come cantautore folk.
Soprattutto negli anni ’70 e ’80 regala speranza a migliaia di disillusi. E la sua attenzione alle problematiche della fasce più deboli gli è sempre stata riconosciuta dai sui fan.
Pur non essendosi mai invischiato direttamente in vicende politiche, le storie narrate nei suoi brani hanno sempre avuto un forte risvolto collettivo. Bruce Springsteen è l’artista che non ha paura di urlare di essere nato negli Stati Uniti ma che non può fare a meno di descrivere la drammatica situazione del paese dopo gli attentati dell’11 settembre e di esprimere la frustrazione dei suoi concittadini dopo l’uragano Katrina.
In tutte le sue trasformazioni, la sua irresistibile capacità di performer è rimasta una costante. E i suoi concerti sono leggenda, una comunione totale tra la platea e il palco.
I 70 anni del Boss, cinque successi per festeggiarlo
Per celebrare i suoi 70 anni, ecco 5 successi di Bruce Springsteen selezionati dalla sua vasta discografia.
Il brano sembrerebbe trattare di un tema patriottico ma in realtà la canzone parla degli effetti della Guerra del Vietnam sugli statunitensi. Quando il presidente repubblicano Ronald Reagan volle utilizzarla per la sua campagna elettorale, Bruce Springsteen rifiutò.
Brano scritto per la colonna sonora del film Philadelphia del 1993, uno dei film primi a parlare esplicitamente dell’AIDS. Per la canzone Bruce Springsteen ottenne l’Oscar alla migliore canzone.
È la canzone che dà il titolo al dodicesimo album di Bruce Springsteen uscito nel 2002. I testi dell’album riflettono la delicata situazione statunitense dopo gli attentati dell’11 settembre 2001.
È tratta dall’album Born in the U.S.A. e pubblicata come primo singolo nel maggio del 1984. È stato il singolo con più ampio successo commerciale pubblicato dal cantautore statunitense, raggiungendo la posizione n. 2 nella classifica di Billboard.
È il brano che dà il nome all’album del 1975. Nel 2003 l’album è stato inserito alla posizione 18 nella lista dei 500 migliori album di tutti i tempi della rivista Rolling Stone.