Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
Home » Spettacoli

Music Brokers: il segreto del loro successo nel rinnovare i grandi classici

Federico Scialabba, fondatore dell'azienda Music Brokers
Di Niccolò Di Francesco
Pubblicato il 4 Set. 2024 alle 13:06

Music Brokers ha trasformato l’industria musicale globale, ridando vita a numerose canzoni iconiche e diventando un fenomeno mondiale studiato nelle più prestigiose business school internazionali. Fondata a Buenos Aires nel 1997 da Federico Scialabba e Julian Cohen, l’azienda ha saputo intercettare il crescente interesse per la musica lounge a livello globale, capitalizzando su questa tendenza con un approccio innovativo. Grazie a strategie di marketing e distribuzione efficaci, Music Brokers ha raggiunto un impatto socioculturale sorprendente. Oggi, è difficile trovare un negozio o un ristorante alla moda in cui non risuonino le playlist curate da questa multinazionale discografica.

Il successo globale di Music Brokers è dovuto principalmente alla sapiente combinazione di classici riconoscibili, riarrangiati in chiave soft (Bossa Nova, Soft Jazz, Reggae, Chill Out, Lounge, e più recentemente Afrobeats), e interpretati da artisti di talento, spesso sotto pseudonimi. Questo modello di lavoro, talvolta criticato come eccessivamente produttivo, risponde perfettamente alle sfide dell’era digitale e dell’intelligenza artificiale, dove i musicisti devono trovare nuovi modi per sostenere la propria carriera e finanziarne le sfaccettature più creative.

Federico Scialabba, presidente e cofondatore di Music Brokers, evidenzia come l’uso di pseudonimi permetta agli artisti di mantenere diverse carriere parallele, garantendo loro una stabilità economica e finanziando progetti artistici che richiedono tempi di sviluppo più lunghi. Scialabba, che raramente rilascia interviste, condivide con orgoglio la storia di artisti del catalogo Music Brokers che, sotto diversi nomi, hanno collaborato con superstar, partecipato a festival internazionali come il Coachella, registrato per spot di grandi marchi, e persino cantato al funerale di un ex presidente degli Stati Uniti.

Il successo di Music Brokers si fonda anche su operazioni di marketing innovative, come nel caso del disco “Bossa ‘n’ Stones” (2004), che ha rappresentato una svolta per l’azienda. La reinterpretazione dei classici dei Rolling Stones in chiave Bossa Nova, con una copertina provocatoria che omaggiava l’iconica “Sticky Fingers” di Andy Warhol, ha conquistato il pubblico e consolidato la reputazione dell’azienda. Questo progetto ha lanciato le carriere di artisti come Karen Souza, Sarah Menescal e Groove da Praia, contribuendo alla crescita di Music Brokers come la prima etichetta discografica indipendente latinoamericana di scala mondiale.

Oggi, con sedi operative in vari paesi e partnership strategiche in Europa, Music Brokers è uno dei principali gestori di registrazioni musicali a livello globale. Collabora con piattaforme come Spotify, Apple, e YouTube, gestendo migliaia di playlist e lanciando nuove canzoni quasi quotidianamente. Nonostante il predominio dello streaming, Music Brokers continua a investire nel mercato del prodotto fisico, che rappresenta ancora una parte significativa delle sue entrate. Tra i progetti futuri, l’azienda sta esplorando nuove fusioni musicali come lo “Spanish Flow”, combinando suoni spagnoli con flamenco, chill e trap, e riscoprendo il canzoniere storico messicano, fuso con musica elettronica ma mantenendo intatte le voci tradizionali.

Leggi l'articolo originale su TPI.it
Exit mobile version