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Festival di Venezia, una vetrina per la salvezza del cinema italiano

Di Alessandro Savoia
Pubblicato il 31 Ago. 2022 alle 15:29 Aggiornato il 31 Ago. 2022 alle 15:30

Via le barriere, si riparte: la Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia torna in tutto il suo splendore. La prima bella notizia della 79a edizione è che sparisce il muro che impediva alla gente di assieparsi all’esterno del red carpet per guardare da vicino i loro beniamini. E per fortuna, perché quest’anno saranno numerose le star che lo calpesteranno.

Ma prima di tutto, attenzione ai titoli italiani. Già perché Venezia ha un compito di vitale importanza per il nostro cinema. Inutile star qui a elencare le difficoltà delle sale tra pandemia (oramai alle spalle?) e migrazione degli spettatori sulle piattaforme digitali. L’obiettivo primario del festival diretto da Alberto Barbera è mostrare quanto di buono sappiamo fare sul grande schermo.

La parola d’ordine è “qualità”. Tempestati da una offerta come non mai ricca nella storia, il pubblico vero ha bisogno di vedere – decidendo quindi di spendere soldi – film che lo soddisfino. Non è bastato scendere in campo con dei pesi massimi come Paolo Sorrentino e Mario Martone, in selezione lo scorso anno e pluripremiati ai David e ai Nastri (e anche con una nomination agli Oscar per il primo). I risultati al box office sono stati a dir poco deludenti. Quest’anno quindi dobbiamo sperare che tra i cinque titoli italiani in concorso ci sia quello stuzzichi particolarmente l’appetito dei cinefili, soprattutto quelli un po’ delusi dall’offerta recente.

Partiamo da uno dei registi più amati all’estero, Luca Guadagnino, che ha girato per intero negli Usa “Bones and all” (in programma il 2 settembre) con il suo pupillo Timothée Chalamet, affiancato da Taylor Russell e Mark Rylance, per raccontare il primo amore tra Maren, una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società, e Lee, un solitario dall’animo combattivo.

In “Monica” (3 settembre) Andrea Pallaoro dirige Trace Lysette, Patricia Clarkson, Adriana Barraza: tornando a casa per la prima volta dopo una lunga assenza, la protagonista ritrova sua madre e il resto della sua famiglia, da cui si era allontanata da adolescente, e intraprende un percorso nel suo dolore e nelle sue paure, nei suoi bisogni e nei suoi desideri fino a scoprire dentro di sé la forza per guarire le ferite del proprio passato. Emanuele Crialese si è affidato alla splendida Penelope Cruz per portare al cinema la sua storia, nella Roma degli Anni ’70 tra quartieri in costruzione e varietà televisivi in bianco e nero: titolo “L’immensità” (proiezione il 4 settembre).

Affonda le radici in una storia vera il film di Gianni Amelio, quella del processo al drammaturgo e poeta Aldo Braibanti, uno scalpore negli anni ’60, quando fu condannato a nove anni di reclusione con l’accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne. Nel cast di “Il Signore delle Formiche” (6 settembre) troviamo Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco e Leonardo Maltese.

Ultimo, ma non in ordine di importanza, il film di Susanna Nicchiarelli che ha puntato sul talento di Margherita Mazzucco (nota ai più per aver interpretato Elena Greco nella serie “L’Amica Geniale”), per ridare a Santa Chiara il posto che le spetta nella Storia, accanto a quella di Francesco, raccontando “la dimensione politica, oltre che spirituale, della “radicalità” delle loro vite, la povertà, la scelta di condurre un’esistenza sempre dalla parte degli ultimi, ai margini di una società ingiusta”, racconta la regista. “Chiara”, che vede nel cast anche Andrea Carpenzano, verrà presentato il 9 settembre.

Oltre alle opere che si contenteranno il Leone d’Oro è necessario citare Fuori Concorso “In Viaggio”, di Gianfranco Rosi, il primo film di montaggio di materiali non del regista, che ha come tema i viaggi in giro per il mondo di Papa Francesco, “Gli ultimi giorni dell’umanità” di Enrico Ghezzi e Alessandro Gagliardo, summa del pensiero ghezziano, “Siccità” di Paolo Virzì con Silvio Orlando, Claudia Pandolfi, Valerio Mastrandrea e Sara Serraiocco, e il film di chiusura “The Hanging Sun” di Francesco Carrozzini con Alessandro Borghi.

Osservati speciali “Ti mangio il cuore” di Pippo Mezzapesa, che vede esordire la cantante Elodie e un nutrito cast capitanato da Francesco Di Leva nella sezione Orizzonti, e alle Giornate degli Autori “Acqua e anice” di Corrado Ceron con Stefania Sandrelli e Silvia D’Amico. Di film da vedere ce ne sono tanti. Insomma, Venezia salvi il cinema italiano.

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