Dal suicidio del padre alla musica: chi era Morgan prima di essere Morgan
Nelle ultime settimane il nome di Morgan è sulla bocca di tutti: il cantante dei Bluvertigo è stato protagonista dell’ormai celebre rissa con Bugo sul palco di Sanremo 2020, confermando quello che ormai da troppo tempo si dice di lui. Per tutti Morgan è un fantastico musicista, che però non ha la testa giusta per avere e soprattutto mantenere il successo. Un eterno incompiuto, come i belli e dannati di cui è piena la storia.
Il cantante milanese, del resto, non fa nulla per staccarsi di dosso quell’etichetta da scheggia impazzita. Quella fama di un uomo che – se in forma – porta la musica oltre ogni limite di bellezza, ma se è in giornata no mischia capre e cavoli, perde la testa e magari sale sul palco più importante d’Italia – pochi minuti dopo una mini-rissa dietro le quinte – e improvvisa un dissing, proprio come si fa nel rap, contro il suo compagno di gara.
Eppure, Morgan è lo stesso che negli anni d’oro dei Bluvertigo riusciva a vendere 400mila copie e vincere gli MTV Europe Music Awards come miglior gruppo italiano. Lo stesso che veniva definito “un artista con una cultura enciclopedica che spesso gli permette di fare bellissime mediazioni tra presente e futuro e tra presente e passato” da un critico d’eccellenza come Riccardo Bertoncelli. In mezzo, in un ipotetico viaggio da un eccesso all’altro, c’è prima di tutto la storia di un uomo che ha vissuto pesanti traumi e ha cercato di colmare enormi vuoti sempre nel modo sbagliato.
Morgan, dal suicidio del padre agli esordi nella musica
Per capire il fenomeno Morgan bisogna partire obbligatoriamente da quell’11 ottobre del 1988, quando Marco Castoldi (il vero nome dell’artista) ha soli 16 anni. Quel giorno, il ragazzo apprende del suicidio del padre. “Mio figlio non lo ha mai superato – ha detto nei giorni scorsi la signora Luciana Colnaghi, madre di Morgan, ospite di Barbara D’Urso – e forse pensa sia stata anche colpa mia”. Di quel giorno, in una vecchia intervista al Corriere della Sera, Morgan ha detto: “A 46 anni mio padre si è tolto la vita. Anche perché la sua vanità non era appagata. Incapace di sopravvivere dovendo mantenere sé, i suoi familiari in ristrettezza economica. E io oggi ho la tristezza di desiderare una famiglia da fuori. Di rivedere qualcosa di perduto”.
La morte del padre distrugge il giovane Marco, ma inizia a minare anche il suo rapporto con la madre e la sorella Roberta, anche lei musicista. “L’ho mandato in terapia tante volte. Ho cercato di aiutare i miei figli. Morgan ha iniziato a fare piano bar e a contribuire in famiglia, continuando a studiare musica”, ha raccontato ancora la madre su Canale 5, aggiungendo anche che prima del periodo di Sanremo 2020 non si sono parlati per oltre due anni.
I problemi di droga e l’altalena del successo
Tra un successo e un fallimento con i Bluvertigo, che hanno sempre alternato fasi di grande spolvero a produzioni meno apprezzate da critica e fan, iniziano anche i problemi di Morgan con la droga. Anche se l’artista, in un’intervista pubblicata nel 2010 sul mensile Max, non li definisce proprio “problemi”, lasciando passare un messaggio per il quale finisce ancora una volta nell’occhio del ciclone.
“Io non uso la cocaina per lo sballo – dice in quell’occasione il cantante – perché a me lo sballo non interessa. Lo uso come antidepressivo. Gli psichiatri mi hanno sempre prescritto medicine potenti, che mi facevano star male. Avercene invece di antidepressivi come la cocaina. Fa bene. E Freud la prescriveva. Io la fumo in basi perché non ho voglia di tirare su l’intonaco dalle narici. Me ne faccio di meno, ma almeno è pura. Ne faccio un uso quotidiano e regolare”.
Proprio in quei giorni, Morgan era stato annunciato come cantante in gara al Festival di Sanremo 2010. Inutile dire che la controversa intervista, nonostante la smentita e la rettifica del cantante, gli vale una squalifica ben prima di salire sul palco dell’Ariston. “Non mi sognerei mai di divulgare come insegnamento o consiglio per i giovani l’uso di stupefacenti. Forse mi è stata tesa una trappola e ci sono caduto ingenuamente”, dice Morgan. Ma la frittata ormai è fatta.
A pensarci bene, quella di Sanremo 2010 è la prima di una lunga serie di squalifiche di Morgan da quasi tutti i programmi musicali a cui partecipa in tv. È giudice di diverse edizioni di X-Factor, prima di essere allontanato dalla produzione (a cui non risparmia frecciatine: “Il programma era partito come uno show nobile. Ora è una cosa squallida e patinata”). Diventa coach di Amici 2017, prima di essere cacciato (e addirittura si vocifera siano gli allievi stessi a non volerlo). Viene squalificato da Sanremo 2020.
Gli amori finiti e la questione della casa
Infine, visto che non c’è l’artista senza prima l’uomo, non c’è Morgan senza prima Marco. Non si può non menzionare la sua lunga e tormentata storia d’amore – durata 7 anni – con Asia Argento, dalla quale è nata Anna Lou nel 2001.
Non si può non parlare dell’altrettanto chiacchierata relazione con Jessica Mazzoli (ex concorrente di “X Factor”) e della successiva nascita della figlia Lara (2012). E non si può parlare del pignoramento della villa in via Adamello 8 a Monza stabilito dal tribunale di Monza perché l’artista è stato giudicato colpevole di non aver provveduto al pagamento degli alimenti alle due figlie.
Una vicenda finita su tutte le televisioni e sui giornali scandalistici, (anche) con la complicità dello stesso Morgan. Che con Sanremo 2020 aveva l’opportunità di riscattare una vita di alti e bassissimi. Ma ha finito per affondare ancora di più nel tentativo di darsi lo slancio verso la risalita.