Morgan contro Bugo, Bugo contro Morgan. Dopo la serata ad alta tensione, che ha visto i due cantautori squalificati dal Festival di Sanremo 2020, volano gli stracci. I discografici di Bugo protestano per l’estromissione e descrivono Morgan come un folle. Quest’ultimo, da parte sua, punta il dito contro Budo, accusandolo di avergli voltato le spalle.
“La partecipazione a Sanremo è nata perché Bugo mi ha chiesto di fare un pezzo con lui per andare a Sanremo. Sarei stato la persona che gli avrebbe permesso di fare il Festival, perché senza di me non lo avrebbe certamente fatto. Io l’apprezzo come cantautore e amico, ed avevo un debito di gratitudine nei suoi confronti perché mi è stato vicino nella storia della casa. Ma non mi sarei mai aspettato che un gesto di bontà da parte mia sarebbe stato ricambiato con una situazione di sciacallaggio. Bugo è caduto vittima di una gestione che lo ha caricato a molla contro di me”, dichiara Morgan, intervistato da Repubblica.
“Hanno cominciato a torturarmi e a caricare Bugo contro di me. Io ho provato a chiedergli perché e lui ha un certo punto ha addirittura smesso di parlarmi da solo, è arrivato al punto di voler presente il suo manager a ogni nostro incontro, io ho cercato di appianare la situazione, ho scritto messaggi, tentato in tutti i modi, ma alla fine tutto si è rotto”, racconta Morgan.
Il cantautore milanese racconta un retroscena sulla terza serata del Festival, quella delle cover: a suo dire, sul palco Bugo avrebbe violato l’accordo cantando l’intera canzone, anziché il solo pezzo che gli spettava. “È stato un gesto di sfida nei miei confronti, un affronto che ha fatto a me”, commenta Morgan. “Lui era arrabbiato, era alterato con me, ho capito che era vero quello che già avevo pensato nel pomeriggio con il problema delle prove: lui voleva liberarsi di me. Ma allora ho pensato a una contromossa”.
Morgan spiega quale fosse il suo piano per la quarta serata: “Ho preparato dei fogli con su scritto il testo del brano e volevo darli in mano alle persone in platea per farlo cantare a tutti, crearne una versione gioviale e collettiva, mettere la canzone in mano alle persone”. Poi, il ripensamento e l’improvviso cambio di strategia. “Pochi minuti prima di andare in scena ho pensato che la gente la canzone l’aveva sentita una volta sola, non la sapeva, non avrebbe potuto cantarla e quello che avevo immaginato non sarebbe riuscito. Quindi, pochi minuti prima di salire in scena, ho cambiato il testo, l’ho finito sulle scale dietro al palco. Ho preso il testo originale e ne ho invertito il senso, ho semplicemente messo un sensore negativo e gliel’ho cantato. Lui si è spaventato ed è andato via. Ma poteva coglierne l’ironia”.
Bugo “voleva liberarsi di me”, conclude Morgan. “E io invece mi sono liberato di lui e l’ho fatto con le parole”.