Il 2023 è stato, per la serialità, un anno proficuo ma anche molto complicato. Lo sciopero degli sceneggiatori americani è durato mesi, e unito a quello degli attori di Hollywood ha rallentato fortemente, e in qualche caso sospeso, set e produzioni.
Le piattaforme, pur subendo quindi ritardi nel rilascio di nuovi episodi, hanno continuato la loro streaming war facendosi concorrenza nel lancio dei contenuti e introducendo una novità certamente “epocale”: il piano abbonamento con la pubblicità che ha permesso di abbassare il costo per l’utente mantenendo i soliti standard produttivi. Ora il confine con la televisione generalista e i suoi meccanismi è ancora più sottile.
Ma guardando nello specifico in casa nostra sorprende notare che proprio la tv lineare non è per niente agli sgoccioli come qualcuno profetizza, visto che buona parte dei successi degli ultimi mesi nasce proprio in Rai: MARE FUORI, che ha registrato numeri da record e alla cui ascesa ha contribuito certamente la presenza nel catalogo di Netflix, e la seconda stagione di UN PROFESSORE, dall’impatto incredibile sui social. Di questa serie in particolare, oltre all’ottima recitazione di Alessandro Gassmann, colpisce l’interazione della sempre convincente Claudia Pandolfi con Damiano Gavino, senza dubbio tra i giovani attori più talentuosi. Le loro scene madre-figlio funzionano per naturalezza e complicità. Su questo filone, la televisione pubblica negli ultimi mesi ha centrato il target giovanile con un’altra novità ambiziosa: NOI SIAMO LEGGENDA, serie originale che fa il suo senza troppi guizzi ma che ha il merito di sperimentare un genere affascinante e mai esplorato prima in Italia, quello dei super poteri.
Il 2023 ci ha regalato altre produzioni dal concept interessante: UN’ESTATE FA, serie Sky che gioca sapientemente con presente e passato, mixando con un buon equilibrio la parte della nostalgia per gli anni ’90 pop e colorati in cui svettano gli interpreti giovani (Filippo Scotti, Antonia Fotaras, Luca Maria Vannuccini) a quella crime cupa e misteriosa che sembra non avere una soluzione chiara fino al crescendo degli ultimi minuti.
Di tutt’altro genere, perché ispirata ad una storia di cronaca, THE GOOD MOTHERS di Disney+ che ha vinto, meritatamente, il primo Berlinale dedicato alle serie. In 8 episodi Elisa Amoruso e Julian Jarrold raccontano la storia di donne della ‘ndrangheta che hanno il coraggio, in un mondo omertoso, di sfidare il sistema criminale denunciandolo all’esterno non senza difficoltà e sacrifici.
LEZIONI DI CHIMICA è l’outsider dell’anno: una serie finora non troppo conosciuta che conferma però l’alto standard qualitativo delle produzioni AppleTv+ e anzi si rivela una delle migliori uscite. La scrittura brillante e la confezione curata delineano perfettamente ciò che accade alla protagonista, americana degli anni ’50 laureata in chimica che non può ambire al dottorato perché donna, e che trova invece la sua affermazione in televisione diventando la star di un programma di cucina.
Più mainstream per la sua natura, derivando da un videogioco di successo, è THE LAST OF US (Hbo) che riesce nell’arduo compito di eguagliare, se non di superare, il titolo di cui è l’adattamento. Scenario post apocalittico da pandemia, rapporto padre e figlia ben sviscerato, attori in stato di grazia come Pedro Pascal e Bella Ramsey regalano una dimensione nuova, diversa e molto approfondita della storia rispetto al videogame originale.
L’originalità di SCIAME, su Prime Video, e il modo di raccontare il pericolo che si insidia nei fandom con potenziali conseguenze drammatiche è quello che rende questa serie interessante e inedita. Performance pazzesca di Dominique Fishback che delinea le contraddizioni della protagonista che difende fino alla morte (degli altri) il suo idolo da haters e troll vari.
La punta di diamante di Netflix nel 2023 è rappresentata invece da LA CADUTA DELLA CASA DEGLI USHER, l’ultima fatica di Mike Flanagan, uno degli autori e registi dell’horror più forti di oggi. E’ ispirata ad un romanzo di Edgar Allan Poe da cui prende alcuni elementi che riutilizza per calare la storia nel presente. Racconta di una famiglia ricchissima di imprenditori farmaceutici il cui capostipite deve tenere a bada le mire egoistiche e materiali dei propri figli. I personaggi sono grotteschi, lucidamente odiosi, e assistiamo senza paura di spoiler alla loro morte, tanto il colpo di scena finale non è certamente quello.
Nei mesi scorsi abbiamo salutato anche una delle migliori serie degli ultimi anni, SUCCESSION, con una quarta stagione ancora più cruda che ha nell’episodio 3 il suo culmine emotivo e che varrebbe da solo come un manuale di regia e di recitazione (no spoiler). Quello del creatore Jesse Armstrong è un lavoro chirurgico fatto sui personaggi, sulla famiglia e sul potere, ed è talmente magnetico che il pensiero che si sia concluso (degnamente e in maniera efficace) lascia comunque vuoto e amarezza.
Un’altra serie che merita di essere inserita tra le migliori dell’anno è senza dubbio COMPAGNI DI VIAGGIO, disponibile su Paramount+ e che racconta la difficile relazione tra due uomini a Washington proprio nel periodo della presidenza McCarthy. Politica, religione e sentimenti, rimpianti e fiducia si intrecciano per vari decenni della storia americana perfettamente ricostruita, arrivando fino agli ’80.
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