Troisi poeta Massimo, la mostra dedicata al celebre attore in programma a Roma, porta alla luce un’importante lettera: a scriverla, una versione giovane di Paolo Sorrentino che voleva fare cinema.
“Gentile signor Troisi, mi chiamo Paolo Sorrentino, ho ventun anni e sono nato a Napoli, abito al Vomero”. Così si presentava l’attuale regista de “La grande bellezza” e “The Young Pope”, divenuto oggi una delle icone del nostro cinema.
La lettera di presentazione arrivava poi al punto. “Le chiedo di poter lavorare nel suo prossimo film”, scriveva Sorrentino, chiedendo di poter entrare nel mondo di Troisi in qualità di aiuto o di assistente alla regia.
“Mi auguro di poter fare cinema”. Il sogno del giovane Sorrentino era di prendere le distanze dalla laurea in Economia e Commercio che avrebbe presto abbandonato perché, come aveva scritto di suo pugno, “mi piace l’economia teorica, ma allo stesso tempo sono un appassionato di cinema”.
Un amore che Sorrentino ha poi riversato in opere come “L’uomo in più” e ancora “Youth – La giovinezza” e il recente “Loro”.
La mostra dedicata a Massimo Troisi è stata organizzata da Istituto Luce-Cinecittà con 30 Miles Film, in collaborazione con Archivio Enrico Appetito, Rai Teche e Cinecittà si Mostra. A 25 anni dalla sua morte, la mostra racconta l’infanzia di Troisi a San Giorgio a Cremano (Napoli), unita alla sua passione per il teatro e alla popolarità improvvisa ottenuta con il gruppo de La Smorfia e poi la brillante carriera cinematografica come regista e come attore. La mostra è raccontata anche dalle testimonianze visuali dello stesso Troisi e quelle inedite, realizzate per l’occasione, da parte di amici e colleghi.
Troisi poeta Massimo è un percorso fatto di fotografie private, immagini d’archivio, locandine e filmati ed è stata organizzata al Teatro dei Dioscuri al Quirinale (Roma) dal 17 aprile fino al 30 giugno 2019.
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