La Casa di Carta, Itziar Ituno: “Potere alle donne, il capitalismo fa disastri”
“Viviamo in un mondo in cui gli esempi di bellezza non rappresentano la realtà, ma una società stereotipata. Noi donne dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere, prendendoci più cura di noi stesse”. Così Itziar Ituno, l’ormai celebre ispettore Raquel Murillo ne La Casa di Carta, si schiera a favore di un mondo più libero e meno condizionato dagli stereotipi che, da sempre, limitano le donne in ogni campo della vita.
Itziar Ituno nasce a Basauri, nei Paesi Baschi, e, già nel 2014, comincia a recitare nel film Loreak, fra i cinque selezionati per rappresentare la Spagna agli Oscar di quell’anno. Ma è dal 2017, con La Casa di Carta, che raggiunge la fama internazionale interpretando l’ispettore Raquel Murillo.
TPI l’ha intervistata.
La verità è che è una sorpresa, perché quando una persona sceglie un lavoro non pensa mai dove arriverà, generalmente il successo arriva senza che qualcuno se lo aspetti davvero. La serie inizialmente era stata trasmessa su una rete più piccola e l’ultima cosa che ci aspettavamo era che, dopo Netflix, potessimo arrivare ad una fama internazionale.
Io non ho mai visto il mondo in questo modo. A casa mia mi hanno insegnato a lavorare e a superarmi sempre, di modo che non dipendessi economicamente da nessuno. Quello che vedo intorno è un mondo che va sempre nella direzione di donne che economicamente e personalmente sono meno dipendenti da un uomo, nonché realizzate a livello lavorativo. Purtroppo, tuttavia, rimangono quelle donne che non seguono i loro sogni e che dipendono dai loro uomini. Non le critico per questo, ci sono alcune che lo fanno per scelta e altre per dovere. Alla fine ognuno fa ciò che vuole.
Considero la critica una cosa positiva, perché c’è davvero bisogno del pensiero critico in questo mondo. Ad esempio, ne La Casa di Carta la banda di ladri – che di solito dovrebbe essere il gruppo dei “cattivi” – rappresenta i buoni, i “giustizieri”. Questo, in un certo senso, va contro la morale alla quale siamo abituati. Tuttavia, c’è da dire che La Casa di Carta ha ricevuto delle critiche perché le donne hanno “troppo” peso. Basti ricordare il momento in cui, all’interno della Zecca di Spagna, si mostra il matriarcato con Tokyo che assume le redini della situazione a sfavore di Berlino. Comunque sia, io credo che niente di quello che si fa è perfetto, ma questa serie è un punto di riferimento a livello mondiale. Non è una serie normale o classica, ma rompe gli schemi.
Io, personalmente, non mi posso lamentare per il trattamento che mi hanno riservato sia in teatro – da molto giovane – sia nelle varie serie tv. Ma so anche che ci sono tante altre attrici molto valide che, per via dell’età o per l’aspetto fisico, non hanno avuto le stesse opportunità. Questo perché purtroppo esistono degli stereotipi di bellezza che non concordano con la vita reale. In realtà, credo che le donne debbano prendersi più cura di se stesse, senza pensare necessariamente ad omologarsi.
Io sono attrice e non poliziotta, non ho mai lavorato in un posto in cui quasi tutti sono uomini, ma posso capire che Raquel senta il bisogno di difendere il suo spazio e la sua autorità. Mi identifico con Raquel Murillo anche perché si prende cura degli altri, della mamma, della figlia, insomma di tutto il mondo. Lei sa negoziare senza usare la violenza, cerca sempre di negoziare senza che ci siano vittime. Ho molta stima di lei come donna.
Ho pubblicato di recente su Instagram un post chiarificatore. Io penso che gli incendi siano una conseguenza del capitalismo. È vero che queste problematiche c’erano anche prima, ma negli ultimi anni è peggiorata la situazione. Questo risponde anche al discorso del riscaldamento globale come conseguenza di una politica ed una economia di predatori del nostro pianeta. Non si potrà cambiare mai nulla se non cambiamo il modo di approcciarci a noi stessi e di conseguenza al mondo. Comunque, c’è da dire che si si sta cominciando a prendere coscienza collettiva dei disastri ambientali e mi fa molto piacere vedere tutti questi ragazzi e bambini che si danno da fare, per protestare in favore dell’ambiente.