Franco Battiato: carriera, frasi, moglie, figli e malattia del cantautore
“Se un figlio si accorgesse che per caso / è nato tra migliaia di occasioni / capirebbe tutti i sogni che la vita dà / con gioia ne vivrebbe tutte quante le illusioni“, cantava nel 1972 Franco Battiato. Il brano “Energia” era contenuto nel primo album “Fetus”, che sconvolse il panorama musicale italiano fino ad allora abituato alla tradizione delle orchestre e delle canzoni d’amore.
Con “Fetus” Battiato sperimentava per la prima volta in Italia il genere elettronico, e anche se nel corso della sua lunga carriera si prestò a trovate più commerciali, quel tratto non lo abbandonò anche nel periodo più pop del suo lungo percorso artistico. Il cantautore morto oggi all’età di 76 anni ha mescolato negli anni l’elettronica al rock progressivo, il genere esoterico all’opera lirica, creando uno stile unico e segnando un’epoca con testi che sono diventati un vero e proprio genere letterario. Il pubblico lo ricorderà per essere stato uno degli autori più originali ed eclettici, capace di entrare in modo intimo, con ritmi e musicalità evocativi di culture e simbologie remote, nella quotidianità di ognuno.
Nato nel 1945 a Riposto, paesino in provincia di Catania allora chiamato Jonia, sin dai primi anni Settanta Battiato partecipò attivamente alle correnti di ricerca e sperimentazione europee. “Quando sono cresciuto e ho cominciato a fare il musicista, tutti mi guardavano come fossi diventato matto”, ha raccontato anni fa ricordando i suoi esordi, quando si trasferì all’età di 19 anni a Milano. Incise le sue prime opere tra il 1971 e il 1975 per l’etichetta sperimentale Bla Bla: oltre a “Fetus”, risalgono a quegli anni “Pollution” e “Sulle corde di Aries”.
Dopo alcuni album pubblicati con la Ricordi, come “Juke Box” e “L’Egitto prima delle sabbie”, nel 1979 avvenne la conversione che lo fece entrare nel firmamento della musica italiana, con album fruibili anche dal grande pubblico: “L’Era del Cinghiale bianco”, “Patriots” e infine, nel 1980,”La voce del padrone“, contenente alcuni dei suoi classici più amati, da “Cuccurucucu” a “Centro di gravità permanente” e “Summer on a solitary beach”, che resteranno al vertice delle classifiche italiane per oltre un anno ed eternamente nei ricordi di generazioni.
Nel 1981 vinse come autore il festival di Sanremo, componendo insieme al violinista Giusto Pio e Alice il brano “Per Elisa“. Battiato viveva allora un momento magico grazie al sodalizio artistico molto affiatato composto da lui, Pio, il produttore Angelo Carrara, la cantante Giuni Russo, il cantante Mino di Martino, il musicista Francesco Messina e il compositore e pianista Roberto Cacciapaglia.
Nell’autunno del 1996, con la casa discografica Polygram, fu la volta de “L’imboscata” – di cui fa parte un altro dei suoi pezzi più celebri, “La Cura” – e nell’autunno del 1983 uscì invece “Orizzonti perduti“, un ritorno alla musica elettronica che si distinse per la totale assenza di strumenti acustici. Il disco fu lanciato dal singolo “La stagione dell’amore“. Il suo ultimo album è “Torneremo ancora”, una raccolta di brani del passato suonato interamente dalla Royal Philharmonic Concert Orchestra, diretta da Carlo Guaitoli e uscita ad ottobre del 2019, quando si fecero più insistenti le voci sulla sua malattia, i cui dettagli restano tutt’oggi un mistero. “Non c’è più nulla nei cassetti. Direi che questo è l’ultimo album di Franco Battiato”, dichiarò il suo manager prima dell’uscita dell’album.
Cimentatosi anche nella pittura e nella regia – ha diretto sei film tra il 2003 e il 2014, tra cui il documentario su Giuni Russo, “La sua figura” – ed entrato in politica per pochi mesi, quando nel 2013 ricoprì la carica di assessore alla Cultura della Regione Sicilia, per la sua lirica Battiato è stato considerato non solo un autore, cantante e compositore, ma anche un poeta. “Ho scritto delle cose più o meno buone e alle quali sono più o meno affezionato. Qua e là, ci sono canzoni a cui qualcuno ha avuto la generosità di riconoscere un valore letterario”, ricordò Battiato in occasione dei suoi 70 anni. “All’epoca de Il re del mondo mi chiamarono molti poeti per congratularsi e chiedermi come avessi fatto a scrivere e a inserire senza anatemi del pubblico in un disco vendutissimo: ‘Strano come il rombo degli aerei da caccia un tempo/ stonasse con il ritmo delle piante al sole sui balconi’. Erano riconoscimenti liberi dall’invidia e dal livore”, disse.
Vita privata
Franco Battiato è sempre stato molto riservato e non ha amato la vita mondana. Non si è mai spostato e ha trascorso molto tempo nella sua casa di Milo, l’ex castello della famiglia Moncada di Sicilia, alle pendici dell’Etna, dove era vicino di casa di Lucio Dalla e in cui ha trascorso anche i suoi ultimi giorni di vita. Molto legato alla madre Grazia, scomparsa nel 1994, ha un fratello, Michele, ex consigliere comunale repubblicano di Milano e una nipote, sua erede.