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I 5 Stelle all’attacco di Fazio: flash mob contro il conduttore

Per i pentastellati il conduttore guadagna troppo ed è necessario imporre un tetto massimo sui compensi di chi lavora in Rai

Di Futura D'Aprile
Pubblicato il 5 Feb. 2019 alle 11:41

Le voci che vedono Fabio Fazio fuori dalla Rai per le polemiche con il governo si fanno sempre più insistenti. Uno dei motivi per cui sia Salvini che i 5 Stelle protestano contro il conduttore di Che tempo che fa è da rintracciare nel suo stipendio, considerato troppo alto per una tv pubblica.

Per cercare di sensibilizzare i media e l’opinione pubblica su questo tema, i 5 Stelle stanno pensando di organizzare un flash mob davanti alla sede della Rai di viale Mazzini, secondo quanto rivelato da Adnkronos.

La richiesta dei pentastellati è che i compensi dei conduttori – in primis Bruno Vespa e Fabio Fazio – vengano ridotti. Giusto il 4 febbraio il ministro dell’Interno Salvini era tornato sull’argomento: “Stipendi da 2, 3, 4, 5 milioni all’anno per una televisione pubblica, pagata dagli italiani, credo siano irrispettosi”.

“Non ce l’ho con qualcuno, ma penso che si possa fare bene il mestiere del giornalista, del comico, del caberattista e del presentatore senza guadagnare milioni”.

A chiedere un “adeguamento” per i contratti dei due conduttori era stato anche Alessandro Di Battista, che dai social scriveva: “Sono giornalisti e guadagnino come loro (massimo 240mila euro lordi all’anno). Fabio Fazio guadagnerà 8 milioni e 800mila euro in 4 anni, mentre Bruno Vespa porta a casa un 1 milione e 300mila euro all’anno. Questi sono soldi degli italiani! A voi sembra normale?”.

Poi la proposta: “Tagliamo adesso gli stipendi della politica, dei sindacalisti ma anche quelli dei conduttori Rai! Più rispetto per i cittadini!”.

Secondo il Movimento quindi è necessario stabilire un tetto massimo per gli stipendi dei conduttori Rai: “Chi non ci sta a questo adeguamento vada via: Fazio, che parla tanto di solidarietà, dimostri di essere davvero solidale e si adegui lo stipendio”.

Da qui l’idea di organizzare evento per attirare l’attenzione dei cittadini sugli stipendi Rai: la scelta sembra ricaduta sul flash mob, tecnica giù utilizzata dai pentastellati nel 2013 con Occupy Rai, quando Beppe Grillo protestò contro un’informazione troppo “faziosa”.

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