I tentativi sempre più pressanti da parte del Governo di allontanare Fabio Fazio dalla Rai non sono certo un mistero, ma il conduttore non sembra intenzionato a cedere alle pressioni.
Al centro della diatriba c’è prima di tutto il compenso percepito da Fazio, ma anche i costi per la produzione dei suoi programmi (Che tempo che fa e Fuori che tempo che fa).
Su Fazio in realtà pesano anche le accuse di essere “troppo di sinistra”, motivo per cui la sua conduzione non è ben vista dal Governo giallo-verde.
Ma, come detto, Fazio non si lascia spaventare, tanto che durante la diretta di domenica 24 febbraio 2019 ha affermato: “Io sto qua due anni, non mi muovo”.
Un’affermazione tra l’altro ben fondata. Il conduttore infatti ha stipulato con la Rai un contratto che gli garantisce un lavoro nel servizio pubblica almeno fino al 2021 e che può essere modificato solo con il consenso di Fazio stesso.
La Rai, certo, potrebbe intervenire unilateralmente, ma le penali da pagare sono decisamente elevate. Come rivelato dal Fatto Quotidiano, viale Mazzini si ritroverebbe a versare più di 7 milioni di euro tra inadempienze e penali.
Nello specifico, si parla di 2.240.000 euro, che equivalgono al compenso annuale di Fazio a cui vanno aggiunti 704mila per l’uso del format di Che tempo che fa pagati alla società che il conduttore ha creato insieme a Magnolia e 600mila euro di penale. Il tutto va moltiplicato per due (le stagioni 2020 e 2021), arrivando così a 7.088.000 euro.
Va poi considerato che la Rai paga 10.644.400 euro l’anno a Officina per i costi di produzione, più 5 milioni l’anno per i costi industriali.
Critiche per il compenso si Fazio sono giunte nei mesi da entrambi i vicepremier. “Le retribuzioni vengano assegnate e pagate senza un’ingegneria legata a società di produzione esterne”, aveva detto Di Maio, con Salvini che aveva ribattuto: “Può continuare a fare le sue interviste ma con meno quattrini”.
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