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Le bestie di Emma Marrone: la cantante ha un fan club di odiatori social

Emma Marrone. Licenze Creative commons
Di Matteo Giorgi
Pubblicato il 23 Set. 2020 alle 16:55 Aggiornato il 23 Set. 2020 alle 17:21

Antefatto: un paio d’anni fa scrissi per una rivista musicale una recensione dell’album appena uscito della Pausini. Per evitare gli strali (da cui tutti mi avevano messo in guardia) del fan club mi dedicai ad un’analisi prettamente musicale e con la canzone NUEVO scrissi “questo ritmo spagnoleggiante andrà forte attorno ai fuocherelli nelle pinete dove si raduna la popolazione LGBT”. Ecco: questa frase mandò in tilt il fandom. I miei profili social furono invasi da questi sedicenti “amanti della musica” (ma in realtà semplici analfabeti funzionali) che mi davano, in alternanza, del fascista o dell’omofobo. A me che mi occupo di diritti LGBT da più di 20 anni.

Veniamo ai giorni nostri. La scorsa settimana, come tutti i magazine che si occupano di quello che accade nel costume del nostro paese, abbiamo parlato del non fortunatissimo restart di X Factor. E, questa volta, sono arrivate “le bestie” (così si chiamano gli appartenenti al fans club di Emma… nomen omen) di Emma Marrone, che a loro dire avrei criticato troppo nelle vesti di non brillantissimo nuovo giudice.

Avete notato come ci sia un fil rouge che unisce tutti questi club di fan(atici)? Più i loro cantanti sono carini, pucciosi, portatori di buoni (presunti) sentimenti nei testi, più queste “bestie” vivono in un eterno contrappasso scandagliando le bacheche altrui con la bava alla bocca (e la penna spesso sgrammaticata). Le bestie di Emma, peraltro, hanno già un curriculum di tutto rispetto: hanno fatto bloccare il profilo di Michele Monina, qualche anno fa, segnalandolo in massa perché aveva raccontato l’abitudine di alcune popstar di spacciare per sold out date che non lo sono e raccontando della lunga fila alla cassa accrediti e biglietti omaggio ai concerti della suddetta.

Avere a che fare con ragazzini e ragazzine che pensano di essere in diritto di vomitarti addosso odio, così, gratis, è davvero avvilente. Ma, quello che rende questa storia ancora di più surreale sono le motivazioni: la prima, quello che va sempre alla grandissima, è l’invidia. E quando rispondi “Perdonami, ma con tutta la gente che c’è al mondo perché dovrei essere invidioso proprio di Emma Marrone?” li annichilisci. Li zittisci. Non sanno cosa risponderti. Ma, attenzione, non è una questione di consapevolezza ma semplicemente di un modus operandi basic: “Tu parli male di qualcuno, allora ne sei invidioso”. Non esiste alcun tipo di discernimento. Tutto quello che fa la loro paladina è bellissimo e di altissimo livello. Se qualcosa non va come dovrebbe è chiaramente colpa di nemici che cambiano al bisogno: i giornali che non parlano abbastanza di lei (nonostante abbia avuto copertine importantissime per il lancio dell’ultimo non fortunatissimo disco), le tv che non la ospitano (nonostante sia stata per anni nel programma di punta Mediaset del sabato sera) e quella più gettonata: è boicottata dalle playlist di Spotify che sono le uniche fanno vendere e mettono solo trapper. Mancano solo tutti i luoghi e tutti i laghi di Scanu. Inutile provare a dire che gli ultimi dischi di Vecchioni o Mina hanno stravenduto perché ti chiedono “chi è Vecchioni? Un trapper nuovo?”

Tutto questo fanatismo si scontra, ad un certo punto, con il rovescio della medaglia: capita che questo gruppetto di utenti mediamente frustrati e tendenti al volgare sia poi pronto a massacrarti al primo errore. Buttarti giù dal palco sul quale ti hanno portato, rinnegando l’entusiasmo avuto fin lì. Basta una parola storta, un autografo negato, un messaggio non risposto e nasce il “ti credevo diversa”. Sapete questo quando accade? Quando un musicista, come in questo caso, decide che la musica non basta più e decide di regalare TUTTA ma proprio tutta la propria sfera privata a una massa informe di persone senza volto. E’ un caso che ogni nuovo album di EMMA venda la metà del precedente?

Ma poi ve li immaginate MINA, BATTIATO, DE ANDRE’ ma anche lo stesso SALMO che parlano delle loro corna o che postano il braccialetto della loro visita ambulatoriale? A mio parere è semplicemente una questione di buon senso. Un buon senso che vorrebbe suggerire agli artisti che quel che conta di più è quello che regalano sul palco. E le canzoni che ci lasciano, non i selfie dal parrucchiere.

Vorrei quindi dare un ultimo consiglio ai fans (che, chiaramente, non ascolterete): smettetela di impazzire sui social per difendere la vostra beniamina di turno. Questa strenua difesa ad oltranza vi rende solo ridicoli. Imparate a far conoscere il bello dei vostri idoli. Raccontate quello che vi piace, quello che fa di bello. Perché, altrimenti, sembra (e spesso è così) che non ci sia nulla da raccontare e quindi tanto vale buttarla in caciara. E soprattutto: se volete una che sia “la ragazza della porta accanto” con i suoi difetti, le fragilità, le sue paure, sapete che dovete fare? Bussare alla porta accanto e smettere di cercare questi soggetti sui giornali, sui social o nelle biografie dei vostri pseudo beniamini.

P.s. Emma si è fatta giustamente paladina di tante campagne contro l’hating on line. Avremmo voluto parlare direttamente con lei di questo argomento e di cosa pensa dell’atteggiamento di certi suoi fans, ma l’ufficio stampa non ha mai risposto alle nostre richieste. Peccato, sarebbe stata una bella occasione.

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