Ema Stokholma: “A 9 anni mia madre mi disse di buttarmi da un ponte, non l’ho mai perdonata”
“Quelle strade le ho percorse senza vestiti nuda come un bruco verme quando scappavo dalle botte”. Così, in un post pubblicato su Instagram negli scorsi giorni, Ema Stokholma aveva ricordato gli anni bui delle violenze inflitte dalla madre. In un’intervista al Corriere della Sera, oggi la conduttrice e dj è tornata a parlare del suo ritorno al paese francese in cui aveva trascorso l’infanzia.
“Non ce l’avrei fatta a tornare lì da sola. Il senso di famiglia che mi dà Angelo mi ha aiutato a trovare il coraggio”, ha detto l’artista 39enne, ripercorrendo la recente visita a Roman-sur-Isère, paese in cui ha vissuto fino alla prima adolescenza con il fratello Gwendal e una madre violenta e in cui non metteva piede da 30 anni. Al suo fianco il compagno Angelo Madonia, suo partner a Ballando con le stelle.
Uno dei ricordi più dolorosi, tra quelli rievocati anche nel post della settimana scorsa, è quello legato al ponte da cui la madre la incitava a buttarsi. “Avevo circa 8-9 anni. Non l’ascoltai solo perché in quel momento passò un conoscente che, ignaro, si mise a parlare con lei e la distrasse. Le violenze erano parte del nostro quotidiano”, ha ricordato
Durante la visita, è anche tornata alla sua vecchia casa. “L’appartamento ora è in affitto, ci siamo finti degli aspiranti compratori. Lì mi dicevano che nessuno poteva volermi bene. Ci sono tornata con un fidanzato e un cane. Si è chiuso un cerchio”, ha affermato Stokholma.
“Il grande senso di solitudine intorno a noi, era peggio delle botte”, ha poi aggiunto. “Perché quello che accadeva dentro casa non era colpa di nessuno: mia madre era malata. Ma l’indifferenza che trovavamo fuori, di fronte ai lividi e alle urla, è stata colpa di tutti. Dopo la pubblicazione ho ricevuto tante testimonianze. Oggi c’è ancora qualcosa che non funziona nella protezione dei bambini”.
Secondo la conduttrice, per sopravvivere è necessario circondarsi “delle persone giuste, che ti fanno ridere e stare bene. E si sopravvive, perché puoi scegliere: non devi diventare come le persone che ti hanno cresciuto. Puoi essere sensibile anche se sono stati crudeli con te. Mi ha aiutato tanto anche l’analisi, su consiglio della mia amica Andrea Delogu”.
La madre non l’ha mai perdonata: “L’ho rivista un paio di volte. Non mi ha mai chiesto cosa facessi per vivere”, ha detto. “Io volevo comprendere e questo si fa con l’analisi”.