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La vita “sacrificata” di Elisabetta Gregoraci

Elisabetta Gregoraci e Flavio Briatore. Credit: Laurene Favier/ABACAPRESS. COM
Di Selvaggia Lucarelli
Pubblicato il 24 Set. 2020 alle 16:56 Aggiornato il 24 Set. 2020 alle 17:27

Pensavamo che il peggio fosse uscito dalla bocca di Flavio Briatore, di questi tempi, e invece ci tocca pure ascoltare l’ex moglie Elisabetta Gregoraci al Grande fratello. Ieri, sdraiata sul divano e incalzata dalla rediviva Matilde Brandi, si è lasciata andare ad alcune confessioni sulla sua vita matrimoniale con Briatore (sfociata poi nella separazione di 3 anni fa) e, soprattutto, sul suo ruolo all’interno della coppia. Un ruolo che, immaginiamo, le sarà stato imposto. L’avranno incappucciata, ai tempi, mentre passeggiava sul corso di Soverato e si sarà ritrovata a Montecarlo stordita e con una fede al dito, senza sapere come fosse arrivata fin lì.

Per la precisone, ha raccontato: “Io avevo 24 anni, ero una bambina, gestire un uomo come lui non è stato facile, è una persona difficile. Lui è sempre stato una figura forte, importante, non potevo fare la cretina nella vita e anche sul lavoro, avevo un ruolo preciso, ho rinunciato a cose tv, l’ho seguito, non puoi lasciare lui da solo un uomo così, ho dovuto rinunciare alla mia vita e viaggiare nel mondo con lui. La prima vacanza con un’amica l’ho fatta a 38 anni. Lo seguivo nei suoi ruoli, nella vita di pubbliche relazioni, una volta ero stata invitata alla Casa Bianca, per carità, ho imparato tante cose, ho viaggiato tanto, ma me ne ha tolte anche tante di cose”.

Ora, la sindrome della moglie del calciatore è piuttosto diffusa e per carità, ognuna fa della sua vita quel che vuole. Di ancelle volontarie è pieno il mondo e le dichiarazioni “Ho sacrificato tutto per mio marito e la sua carriera, il suo status” le abbiamo sentite più volte, anni fa dall’ex moglie di Pirlo e pure dall’ultima delle sgallettate a Temptation Island.

Dichiarazioni francamente insopportabili che catapultano le donne indietro di qualche era geologica e che vengono pronunciate con quel tono da piagnisteo ma con la fierezza nello sguardo di chi si è immolata per una nobile causa. Tipo salvare l’ultima tigre albina o i Rohingya dai persecutori birmani. Perché va chiarito un passaggio: queste sono donne che hanno barattato la loro indipendenza in cambio di una vita agiata, la piega da Coppola, lo shopping in Montenapoleone, l’aereo privato, l’attico a Montecarlo o a Torino, le cene con l’emiro, le vacanze alle Maldive o in Kenya. Legittimo, per carità, ma non è che poi quando la festa finisce te ne lamenti con l’aria dell’ancella consunta.

Tanto più che per la Gregoraci non è finito un bel niente, visto che continuerà ad avere i suoi benefici e il suo mantenimento vita natural durante e che certo non si è affrancata da quel mondo con l’epicità di chi dice: “Basta, non voglio più nulla se non lo stretto necessario, camminerò con le mie gambe”. E poi chi ha detto che nel matrimonio non potesse avere un ruolo diverso dall’accompagnatrice in giro per il mondo? Ci sono mogli, fidanzate, sorelle di imprenditori che si danno da fare, che aprono loro attività, che fanno qualcosa del loro denaro e dei loro privilegi.

La Gregoraci ha scelto di essere Flavio Briatore e di non essere nulla al di fuori di lui durante la loro relazione, come racconta, e di ripartire da sé partecipando al Grande fratello a 40 anni. Che poi, ripartire da sé, come? Raccontando a telecamere accese della sua storia con Briatore e del suo sacrificarsi per anni stando con un milionario? Più che ripartire da sé, sembra un ritornare lì, per far parlare di sé. Insomma, ognuna è libera di avere accanto il Briatore che vuole, l’importante è che non racconti la storiella dei sacrifici e delle rinunce ma quella più onesta, al massimo, della contropartita: ho scelto di stare con un milionario a cui serve non una compagna, ma un accessorio e ho scelto di fare l’accessorio. Comodo, vantaggioso, profittevole. E ora mi lagno non perché non mi sia convenuto, ma perché qualche volta mi sono annoiata. 

Leggi anche: Tutto quello che non torna nella vicenda Covid-Briatore (e del suo ricovero al San Raffaele) – di Selvaggia Lucarelli
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