Diodato ha dedicato a Taranto la sua vittoria al Festival di Sanremo. “Dedico il premio alla mia città, Taranto, in cui bisogna fare rumore, per tutti coloro che lottano ogni giorno in una situazione insostenibile”, ha dichiarato il cantante facendo un chiaro riferimento alle tormentate vicende dell’ex Ilva, la fabbrica di acciaio simbolo del complesso dilemma tra occupazione e ambiente, al centro anche in questi giorni del braccio di ferro tra il Governo e la multinazionale franco-indiana Arcelor Mittal.
Diodato, 39 anni, è nato ad Aosta in una famiglia pugliese ed è cresciuto a Taranto. Laureatosi al Dams di Roma Tre ed emigrato per alcuni anni in Svezia, non ha mai dimenticato le sue origini. “Taranto è nel mio Dna”, ha ripetuto ieri sera dopo la vittoria a Sanremo 2020.
Già nel 2014, quando partecipò per la prima volta al Festival nella sezione Nuove Proposte, aveva dimostrato grande sensibilità rispetto alle tematiche che investono la sua città. “A Taranto ci sono tanti amici e parenti, penso a loro continuamente. Spero solo di avere la possibilità di accendere una luce dal palco di Sanremo e ricordare il dramma che vive la città a causa dell’Ilva”, aveva dichiarato alla Gazzetta del Mezzogiorno.
La vittoria di Diodato e la sua dedica a Taranto sono state commentate con soddisfazione dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. “Un ragazzo pugliese, un figlio di Taranto, vince il festival di Sanremo con merito, per talento, dopo gavetta e studio continuo. Bravo Antonio Diodato, orgoglio di questa comunità”, ha scritto su Facebook Emiliano.