É morto a 94 anni l’attore parigino Michel Piccoli, a darne notizia i familiari, come riportato da AFP. L’attore, nato a Parigi il 27 dicembre 1925, si è spento questa mattina. Nella sua lunga carriera aveva lavorato con alcuni dei più grandi registi della storia del cinema come Alfred Hitchcock e Jean-Luc Godard.
Attore versatile, di origine italiana – aveva avi ticinesi – si era formato nella scuola francese di cui era uno dei massimi esponenti. Debuttò al cinema nel 1945 con Christian Jaque in “Silenziosa Minaccia” mentre nel 1955 lo volle Jean Renoir per interpretare il capitano Balorguell in “French Cancan”, film incentrato sul Moulin Rouge.
Michel Piccoli era anche produttore e sceneggiatore e in oltre 70 anni di carriera prese parte a più di 200 produzioni tra Cinema e tv. Calcava con la stessa semplicità i palcoscenici e i set. Per il suo ruolo in “Sato nel vuoto” di Marco Bellocchio nel 1980 vinse il Prix d’interpretation masculine a Cannes. Mentre nel 1990 vinse il Ciak d’oro speciale a Venezia per “Marta ed io” di Jiri Weiss.
I suoi film parlano per lui. In “Habemus Papam” di Nanni Moretti del 2011 interpretò lo straordinario Cardinale Melville, protagonista della pellicola, lodato da pubblico e critica che gli valse il David Di Donatello come migliore attore protagonista nel 2012.
Michel Piccoli, prima di Moretti aveva lavorato in Italia con Marco Ferreri ne “La grande abbuffata” vestendo i panni di Michel, il produttore televisivo innamorato della danza classica, terza collaborazione tra i due. Era stato infatti protagonista anche de “L’udienza” del 1971 e di “Dillinger è morto” nel 1969. Un connubio vincente come quello con Bunuel. Con il maestro della surreale critica alla borghesia Piccoli lavorò in sette pellicole tra il 1956 e il 1975.
Collaborò anche con Sergio Castellitto in “Libero Burro” del 1999, e con Ettore Scola ne “Il mondo nuovo” del 1982 film in cui diede vita ad una peculiare interpretazione di Luigi XVI. Nello stesso anno vinse a Berlino l’Orso d’argento per il miglior attore grazie alla sua interpretazione in “Gioco in villa”, capolavoro di Pierre Granier-Deferre.