Bond, il suo nome è Bond, ma in realtà solo quello c’è rimasto. Pare inverosimile, ma in due ore e 40 abbondanti di film, non ci sono neanche due minuti di quelle prodezze sessuali-casuali che hanno reso celebre nel mondo maschile il personaggio di Ian Fleming. A parte questo però, sono davvero troppi i rospi da mandare giù per i genuini fan di 007 in questo No Time To Die. Ecco un elenco sommario:
1. Bond non tromba. Neanche con una pseudo moglie, rigorosamente moooolto più giovane, in un resort a cinque stelle di Matera. Al massimo si vede un abbraccio con bacetto. Quando incontra a Cuba un’altra sventolona della Cia non gli passa nemmeno per la testa di provarci. Neanche un bacetto. Questo non è Bond.
2. Bond, in pensione, è stato sostituito all’MI6 da una donna, nera. Sventolona pure questa e agguerritissima a non farsi fregare il prefisso 007 dal titolare effettivo. Spero non pensino davvero di sostituire Daniel Craig (che già era sempre stato inadeguato nel ruolo ricoperto da Sean Connery e Roger Moore) da questa qui.
3. La Spectre e il suo capo Blofeld vengono sterminati da un cattivo ancora più cattivo. Naturalmente, di questi tempi, il mezzo ha a che fare con il Dna, i virus e le nanoparticelle che ci stanno sempre bene.
4. Il cattivo cattivissimo eliminatore della Spectre si chiama Lyutzifer (capito no?) Safin, ma le motivazioni per il suo desiderio di distruggere il mondo sfuggono ai più. Per di più, muore.
5. Bond stavolta è un adorabile DILF, visto che a un certo punto compare perfino la figlioletta di 5 anni. L’ha concepita inconsapevolmente con la pseudomoglie che ha così tanti segreti che lui l’ha dovuta lasciare prima di sapere che fosse incinta.
6. M, ossia Mallory, il capo dell’MI6, fa un po’ quello che cacchio gli pare senza rendere conto a nessuno, dando addirittura l’ordine di lanciare missili aria-aria contro un’isola nel mar del Giappone senza che – non dico la Russia – ma neanche gli USA muovano un sopracciglio.
7. Moneypenny è diventata giovane e nera. Prodigi della sceneggiatura, visto che dovrebbe essere quasi coetanea di Bond.
8. Bond è ora amante del vintage visto che si muove all’inizio del film con la vetusta e inadeguata Aston Martin DB5 di Connery e a metà film (avendo distrutto quella) con una DBS anni ’70, quella di George Lazenby in ‘Al servizio segreto di Sua Maestà’.
9. Bond stavolta non ce la fa e ci lascia le penne (time to die, a dispetto del titolo) senza possibilità di sorprese.
Insomma, nove novità di questo peso sono un po’ troppe per chiunque. Esagerato? Pensate se si trattasse di Topolino. Improvvisamente è come se lo scoprissimo dedito alle droghe, alle prostitute, in combutta con Gambadilegno, mentre progetta di rapinare zio Paperone. E alla fine muore.