Beppe Fiorello si sfoga con un tweet e punta il dito contro la Rai, accusando l’azienda di aver censurato la sua fiction su Riace, Tutto il mondo è paese.
“Non è la prima volta che una mia fiction viene bloccata – scrive l’attore siciliano – anni fa le foibe, il governo di allora non gradì, poi la storia di G raziella Campagna, l’allora Min. della Giustizia si indignò, ora Riace, bloccata perché narra una realtà e nessuno/a dei miei colleghi si fa sentire”.
Non è la prima volta che una mia #fiction viene bloccata, anni fa le #foibe, il governo di allora non gradì, poi la storia di #graziellacampagna, l’allora Min. della Giustizia si indignó, ora #Riace, bloccata perché narra una realtà e nessuno/a dei miei colleghi si fa sentire.
— Giuseppe Fiorello (@BeppeFiorello) 10 settembre 2018
Non si è fatta attendere la replica dell’azienda radiotelevisiva pubblica che precisa che “non esiste alcun blocco della messa in onda. La fiction è stata semplicemente sospesa dal palinsesto in quanto, come da tempo è noto, al sindaco Lucano è stato recapitato un avviso di garanzia da parte della Procura di Locri per alcuni presunti reati collegati alla gestione del sistema di accoglienza”.
E si legge ancora: “Non appena la magistratura comunicherà le sue decisioni finali in merito all’indagine, il Servizio Pubblico adotterà i provvedimenti conseguenti”.
Il film sulle foibe, Il cuore nel pozzo girato in Montenegro nel 2004, andò in onda su Rai 1 il 6 e 7 febbraio 2005 con il forte appoggio dei Alleanza Nazionale e con molte polemiche.
La vita rubata, la fiction che ricostruisce l’omicidio per mano della mafia della diciassettenne Graziella Campagna, non andò in onda perché fermata dall’allora ministro della Giustizia Clemente Mastella. La fiction fu trasmessa su Rai 1 solo il 16 e 18 dicembre 2009.
Tutto il mondo è paese è la riproposizione del modello di integrazione messo in atto a Riace, dal sindaco Mimmo Lucano. Il paesino in provincia Reggio Calabria è rinato proprio grazie all’inserimento sul territorio di profughi e migranti.
Un modello di integrazione che ha fatto il giro del mondo, tanto che nel 2016 il sindaco del paesino di duemila anime nel Reggino fu inserito da Fortune tra le cinquanta personalità più influenti al mondo.
La fiction di Fiorello che si propone di portare in tv il modello Riace finisce nell’oblio. A rendere ancora più difficile l’operazione di diffusione dell’esempio del paese calabrese è l’indagine della magistratura.
“Sono tanti, intellettuali, registi, scrittori,attori, attrici giornalisti che si indignano per l’esclusione di una giurata da un talent show,pochi invece pronunciano parole di denuncia per questa vicenda che rischia di trasformarsi in censura,#iostoconriace”, scriva su Twitter l’attore.