“Siamo qui, in quest’aula, oggi, a questo punto della discussione, perché e solo perché gli italiani lo hanno chiesto“. Mario Draghi, nel suo discorso di mercoledì 20 luglio in Senato, lo ha ribadito con forza. Proseguire e ridare fiducia all’esecutivo era una richiesta esplicita della maggioranza dei cittadini. Ma era realmente così? Secondo Termometro Politico, in realtà, in quadro era ed è molto diverso. Un sondaggio realizzato proprio in quei giorni, tra il 19 e il 21 luglio, presenta un quadro molto distante da quello esposto dal presidente del Consiglio. Per il 54,6 per cento dei 3.900 cittadini intervistati Draghi doveva lasciare il suo ruolo di premier: per il 41, 5 per cento perché stava governando male ed era giusto che se ne andasse, mentre per il 13,1 per cento visti gli ostacoli posti dal quadro politico. Solo il 31,2 per cento voleva che proseguisse perché “stava facendo un buon lavoro” mentre il 12,5 per cento era favorevole nonostante la poca fiducia nutrita nei suoi confronti. Proprio su questo punto il 42,7 per cento del campione ha fiducia in Draghi, ma a non gradirlo è il 56,9 per cento degli intervistati. E se alle elezioni del 25 settembre nella scheda elettorale gli italiani trovassero una lista Draghi? Sette italiani su dieci affermano che non la voterebbero. I consensi di un’ipotetica lista dell’ex vertice della Bce si attestano al 25,7 per cento degli intervistati. Non proprio un successone.
Sondaggi politici: il 70 per cento degli italiani non voterebbe una lista Draghi
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