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    Sondaggi politici: la Lega al 35%, il Pd consolida il secondo posto

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 10 Giu. 2019 alle 09:04

    Sondaggi politici 10 giugno | Sondaggi elettorali oggi | Governo | Lega | M5s

    Sondaggi politici 10 giugno – Dopo l’exploit alle elezioni europee, la Lega continua la sua scalata nei sondaggi, come dimostra anche il risultato delle amministrative tenutesi tra fine maggio e domenica 9 giugno.(qui tutti gli ultimi sondaggi).

    Diversi istituti che si occupano di sondaggi nei giorni scorsi avevano evidenziato l’aumento delle preferenze per il Carroccio.

    Swg per esempio dà la Lega al 36,5 per cento, due punti percentuali in più rispetto al risultato ottenuto in occasione delle elezioni europee.

    A rafforzare la propria posizione è anche il Partito democratico, che sottrae definitivamente il secondo posto al Movimento 5 Stelle: i dem si attestano oramai al 23 per cento, mentre i pentastellati arretrano fermandosi al 17 per cento.

    Un dato abbastanza simile quello fotografato da Tecné: la Lega è data l 35,8 per cento, il Pd al 24 per cento, i 5 Stelle sotto il 17 per cento.

    Anche EMG riporta gli stessi dati. A farla da padrone nei sondaggi è ancora una volta la Lega con il 34 per cento, seguito dal Pd al 24 e dal Movimento 5 stelle al 19.

    Dati confermati, tra gli altri, dall’istituto Piepoli che analizzando le preferenze degli italiani vede come sempre più probabile un cambio ai vertici del Governo e la possibilità che si ritorni prima del previsto alle urne.

    Se così fosse, sulla base delle ultime rilevazioni sulle intenzioni di voto degli italiani, il prossimo Governo vedrebbe una maggioranza “sovranista”, formata quindi da Lega e da altri partiti del centro destra a sostegno del Carroccio.

    La formazione data come più probabile è quella che vede Lega e Fratelli d’Italia, con i primi che possono contare su un 35 per cento e i secondi sul 6 per cento.

    I seggi alla Camera di questo possibile asse dovrebbero variare tra 328 e i 335 seggi e tra i 160 e 165 quelli al Senato.

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