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    Il sondaggio shock: operai e fasce a basso reddito non votano il Pd, Meloni si impone ovunque, M5S preferito dai più poveri

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 8 Set. 2022 alle 11:28 Aggiornato il 8 Set. 2022 alle 11:31
    Fratelli D’Italia cresce e piace un po’ a tutti, il Pd è in ritardo ed è sempre più lontano dalla sinistra del popolo, Azione e Italia Viva restano lontane dal 10% e il M5s si colloca al terzo posto tra i partiti e piace alle fasce con reddito più basso, con ampio margine sulla Lega di Matteo Salvini. Sono i numeri del sondaggio realizzato da Cluster17 per Il Fatto e disegnano una cartina politica che ha sempre confini più chiari e definiti, in vista del voto del 25 settembre: il dominio del centrodestra non è in discussione, la distanza tra i due poli (44,8% contro 27,4%) non sembra colmatile. Mentre le sorprese, o almeno i maggiori spunti di riflessione, sono nella composizione sociale e anagrafica del voto ai partiti.

    Quello di Giorgia Meloni è sempre più nettamente il primo partito (24,4%): la forbice con il Pd si allarga e arriva a lambire i 4 punti (20,8% per i dem). Segue il M5s ancora in ripresa e sempre più distante dalla Lega.(11,3%). Forza Italia (8,4%) resta avanti alla lista Calenda-Renzia (6,8%). Sopra alla soglia si sbarramento anche l’alleanza Verdi-Sinistra (3,6%) e Italexit di Gianluigi Paragone (3,3%). Sono, invece, tutti gli altri: compresi Unione Popolare (1,2%), +Europa (2,4) e Luigi Di Maio con Impegno Civico (0,6%).< Tra i neo elettori (18-24) il primo partito è il Pd (20%), seguito dal M5s (15%), dai rosso-verdi (14%) e dagli “azionisti” 13%. Meloni e gli altri finiscono sotto anche alla sinistra radicale di Unione Popolare (9%. Nella fascia tra i 25 e i 34 anni invece svettano i Cinque Stelle (22%) ma FDI si avvicina (19%) e supera il Pd (16%). Il partito di Meloni è quello dominante nelle fasce d’età centrali (35-64) soprattutto dopo i 50 anni, dove raccoglie il 31%. Più in generale, il centrosinistra mostra una debolezza chiarissima tra gli elettori in età lavorativa. Va molto meglio con i pensionati: il Pd torna primo partito tra chi ha più di 64 anni (31%). Il Pd è quasi irrilevante nel voto operaio, dove non raggiunge il 10%. Ancora peggio, in termini comparativi, il risultato dell’alleanza tra Verdi e Sinistra 1%. Il M5s si issa al 20%. Un buon risultato, ma comunque inferiore a quello di FdI 28% e Lega 21%. I Cinque Stelle sono il primo partito tra lavoratori autonomi, commercianti e artigiani (21%). Il M5s attrae redditi bassi ed è primo partito (28%) tra chi guadagna meno di 1.000 euro al mese. Le preferenze per i Cinque Stelle sono inversamente proporzionali al reddito di chi vota. Esattamente contrario del Pd, le cui percentuali crescono insieme alle tasche degli elettori: tra i 1.000 e i 1.500 euro al mese raccoglie l’11%, fino ai 2.000 e i 3.000 sale al 17% , tra i 2.000 e i 3.000 raggiunge il 24%, tra 3.000 e i 5.000 vola al 28%. Oltre i 5.000 è trionfo per Enrico Letta: 35%. Meloni invece compete in tutte le fasce e va particolarmente forte tra chi guadagna tra i 1.000 e i 1.500 euro.

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