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È il video del momento: perché Kodi Lee ci ha ricordato che i miracoli esistono

Di Iacopo Melio
Pubblicato il 4 Giu. 2019 alle 18:21 Aggiornato il 4 Giu. 2019 alle 18:29

 

Kodi è la prova che i miracoli esistono. Lo capisco dal suo modo di presentarsi al pubblico: incerto, quasi titubante, con espressioni simpatiche e parole interrotte magari dai suoi pensieri o dall’emozione, chissà. Un bastone per orientarsi a braccetto con sua mamma, che ha gli occhi orgogliosi di tutte le mamme del mondo o forse un po’ di più delle altre. Poi però Kodi si siede sullo sgabello di pelle, posiziona i piedi sulla pedaliera del pianoforte a coda e dopo qualche secondo di concentrazione e fiati sospesi le mani iniziano a volare sui tasti bicolore, raggiunti a colpo sicuro tra i primi applausi sorpresi, rompendo improvvisamente qualsiasi pregiudizio e pietismo iniziale.

Ecco perché Kodi Lee ci ricorda che i miracoli esistono. Me ne sono reso conto ieri sera, una volta entrato a letto, sotto le coperte, facendo partire il video della sua partecipazione ad America’s Got Talent (diventato viralissimo sul web con oltre 250 milioni di visualizzazioni in meno di una settimana, pazzesco!).

Lo stesso video che ha fatto conoscere alla maggior parte di noi questo incredibile ragazzo: 22 anni, proveniente da Lake Elsinore (sud California), cieco dalla nascita e diagnosticato autistico già nei primi anni di vita.

Kodi è uno dei più grandi talenti che ci siano e sul suo sito, infatti, c’è scritto che “esistono solo 25 persone circa in tutto il mondo hanno le sue stesse doti di musicista”. Questo è possibile grazie alla sua “memoria audio fotografica” che gli permette di riprodurre una musica alla perfezione già dopo averla ascoltata una sola volta.

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Ma la sua bravura e le emozioni che è in grado di trasmettere vanno ben oltre la sua disabilità, ben oltre un caritatevole “Che bravo, nonostante ‘tutto’ e nonostante ‘i suoi problemi’!”. Perché Kodi il “tutto” lo rappresenta direttamente, facendo scomparire “i suoi problemi” che nel suo lavoro sono il superfluo: quei limiti quotidiani che disabilità sensoriale e intellettiva comportano vengono completamente annullati da una voce e un’abilità mozzafiato.

È proprio questo che da anni ha permesso a Kodi di calcare palchi in tutto il mondo, cantando e suonando il piano tra rock e jazz, R&B e pop ma anche musica classica, dimostrandosi un vero spartito e un jukebox umano.

Ovunque vada il successo raccolto da questo ragazzo è impressionante, ed è questa straordinaria specialità che la settimana scorsa, grazie al “golden buzz” sul tavolo dei giudici del programma televisivo, lo ha fatto volare dritto in finale ad America’s Got Talent. Un passo ulteriore verso quei sogni che, vocalizzo dopo vocalizzo e vibrato dopo vibrato, appaiono adesso ancora più vicini grazie alla spontanea determinazione che Kodi sfodera servendosi della sua unica ragione di vita: la musica.

Pensiamoci quando ogni giorno crediamo che un ostacolo sia troppo alto per noi. Ricordiamoci di Kodi quando penseremo di non avere abbastanza strumenti per affrontare una determinata situazione. Quando l’arte sa essere un’ancora di salvezza, è proprio lì che nasce la vera magia: e la settimana scorsa, in quel grande studio pieno di bocche socchiuse e occhi lucidi, è accaduto qualcosa di grande. Grazie a Kodi Lee.

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