Il mercato dell’auto sta subendo grossi colpi in termini di costi che si riversano inesorabilmente anche sui prezzi auto sia nuove che usate. La novità più grande riguarda proprio le auto usate e i prezzi letteralmente esplosi che dopo un lungo periodo di normalizzazione e quasi di stasi per cui il valore dell’usato era rimasto fermo a lungo nonostante l’invecchiamento delle vetture, oggi – a parità di condizioni – si spende circa il doppio rispetto al 2021 per l’acquisto di un’auto di seconda mano, ammesso che si riesca a trovare quella che fa al caso proprio.
I modelli che registrano il maggior incremento dei prezzi auto
Tra gennaio 2021 e gennaio 2022 si è assistito a un incremento delle quotazioni dell’usato sulle tipologie di autovetture standard per cui le valutazioni si basano sugli anni di anzianità – minimo 3 anni – e il chilometraggio (45.000 km, una media di 15.000 km l’anno).
Così, a titolo di esempio, un’Audi Q5 2.0 TDI da 190 CV versione 4 S tronic oggi vale il 10% in più con rivalutazioni superiori e tremila euro, vale a dire che un veicolo come l’Audi immatricolato nel 2019, oggi è valutato come seconda mano a 35mila euro; la stessa auto fino all’anno scorso sarebbe stata valuta a 32.000 euro. A parità di condizioni, nonostante il modello datato, il valore in termini assoluti è incrementato.
In media i rincari delle rivalutazioni si aggirano sui 3000 € in più rispetto al 2021. Lo stesso discorso vale, dunque, per modelli come la Mini Cooper Countryman All4 automatica e la BMW X1, La Tiguan 2.0 TDI Dsg e la Jeep Renegade, i modelli che hanno riscontrato il maggior rincaro sull’usato. Più aumenta il segmento, maggiori sono in proporzione i rincari: così una Mercedes GLC Coupé Premium passa dai circa 38 mila delle rivalutazioni dell’usato 2021 ai 40.600 € del 2022, e una BMW M5 con 5 anni di anzianità passa da 73mila a 77mila euro di rivalutazione: una buona notizia per chi vende l’usato, ma cattiva per chi si accinge all’acquisto.
Le cose, invece, migliorano per il portafogli se si opta per l’usato “giovane” ovvero per l’acquisto di auto in seconda mano con meno di un anno di anzianità e meno di 15 mila km – usato da ex-noleggio o autovetture aziendali. Queste vetture sono da sempre considerate una valida alternativa al veicolo nuovo, essendolo praticamente nei fatti, per cui si risparmia qualcosa rispetto al nuovo. Tuttavia il poco scarto di prezzo della rivalutazione, assimila l’usato fresco quasi a un’auto nuova.
Rincari prevedibili interessano le auto ad alimentazione ibrida ed elettrica: maggiore è la richiesta di versioni ecologiche delle vetture, maggiore è il rincaro anche sull’usato.
Quali sono le cause degli aumenti?
I motivi alla base degli aumenti dei prezzi delle auto nuove e usate sono legati al calo della produzione di vetture nuove e di nuove immatricolazioni correlate al blocco delle vendite causato dalla pandemia, da cui il settore automobilistico sta faticando a riprendersi. Si allungano i tempi di consegna delle vetture ordinate, mancano delle campagne promozionali e diminuiscono gli sconti e i bonus per l’acquisto di auto nuove. Ciò comporta, la scelta da parte del cliente di orientarsi verso l’usato sicuro che a sua volta rincara i prezzi delle rivalutazioni per incrementare i profitti. Il sistema va, così, in corto circuito con una domanda sostenuta e un’offerta che non è in grado di soddisfarla.
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