I codici promozionali, o codici sconto, sono una delle leve del direct marketing digitale che mira alla conversione del visitatore di un sito di e-commerce e lo trasforma da semplice utente a effettivo cliente. Secondo le ricerche di settore il 20% dei potenziali acquirenti del web abbandona il carrello di spesa appena prima di concludere la transazione, a causa dei prezzi troppo alti, su cui incidono anche le spese di spedizione.
La velocizzazione del path d’acquisto o di adesione a un servizio in questa fase delicatissima della compravendita ha reso necessarie delle misure di marketing capaci di trattenere l’utente sul sito di e-commerce, evitando anche la possibile migrazione verso piattaforme concorrenti. I codici promozionali rispondono pienamente a questa esigenza, e il loro successo, provato dalla loro crescente diffusione in Rete, ne è una chiara conferma.
Codici promo: un ventaglio di occasioni di risparmio
I codici promo, a livello pratico, sono stringhe alfanumeriche emesse dall’azienda o dai portali specializzati in voucher digitali. Il loro inserimento nell’apposita casella dà diritto a benefici immediati di vario genere, dagli sconti fissi a quelli in percentuale, ma anche a omaggi e spese di spedizione gratuite. Le strategie promozionali incentrate sull’uso di codici sconto dipendono dal tipo di azienda: al momento tutti i settori del commercio digitale, incluso il comparto dei servizi, ne fanno largo e crescente uso. A seconda della fase del percorso di compravendita in atto, i codici promo possono avere la funzione di attrarre il nuovo cliente, oppure di mantenerlo attivo con offerte riservate e ad-hoc.
L’incentivo al primo acquisto
Quando l’obiettivo aziendale è acquisire nuovi clienti, i codici promo possono avere ad oggetto uno sconto diretto in percentuale, che alcune aziende propongono tramite e-mail, appena dopo l’abbandono del carrello, per invitare il visitatore a tornare sull’ordine sospeso. In altri casi, specialmente in momenti di particolare “traffico” di utenza come le festività, i saldi, il Black Friday, i venditori abbinano al codice un gadget, oppure la spedizione gratuita: questo piccolo gesto può convincere l’indeciso a optare proprio per quel brand, a fronte di un vantaggio in più. Tali modalità si applicano quando le categorie di prodotto sono beni fisici, e in particolare nei comparti pharma, health & care, cosmetics e food, che rendono agevole l’invio di un tester o di un campione gratuito aggiuntivo.
Anche i servizi online però, utilizzano i codici promo per attrarre nuovi clienti, specialmente nel mondo entertainment: dai codici sconto instant-gaming per attivare titoli di videogiochi a prezzi vantaggiosi, fino ai codici per sbloccare i bonus casino senza deposito, che sono utili a giocare sulle piattaforme legali di casinò a distanza, tramite un credito gratis erogato dall’operatore.
Anche i codici rilasciati da piattaforme di video streaming e video on-demand, come ad esempio Amazon Prime, Mediaset Infinity, DAZN e altri, sono un esempio di questa strategia, perché consentono di risparmiare sugli abbonamenti, dopo una prima prova gratuita.
Il mantenimento del cliente o “loyalty”
L’utilità dei voucher digitali, come si è detto, è duplice: il cliente è incentivato all’acquisto, motivato dal risparmio in tempo reale, mentre l’azienda ottimizza il tasso di conversione e acquisisce nuovi consumatori, avviando di fatto il processo di fidelizzazione. C’è da considerare che i consumatori fidelizzati spendono quasi il 70% in più delle new entry. Una volta, dunque, che l’utente è diventato cliente effettivo, i codici hanno una loro ulteriore utilità, e iniziano ad assumere forme sempre più incentrate sulla personalizzazione del contenuto.
In questa fase i codici sconto vengono proposti tramite e-mail, on-site, oppure attraverso le app native dell’azienda, ma anche per mezzo dei messaggi SMS, che non verranno ritenuti “invasivi” perché il cliente ha già instaurato una relazione di fiducia con il brand.
L’oggetto dei codici è quasi sempre uno sconto che può arrivare anche al 15% o 20% sulla spesa, poiché l’incentivo funge da “premio” o da ricompensa per la fedeltà dimostrata dal cliente.
Di solito i codici vengono generati in relazione a categorie di merce o singoli prodotti e marchi particolarmente graditi dal consumatore, a cui i venditori hanno accesso direttamente dallo “storico” dei carrelli. L’entità dell’incentivo può aumentare in percentuale quando il consumatore è in possesso di una fidelity card, e in questo caso i codici vengono offerti anche in occasioni speciali, come ad esempio i compleanni, quale regalo di ringraziamento per la fiducia accordata.
I codici sconto nel business aziendale
Le aziende che decidono di rilasciare dei codici sconto possono utilizzare dei software di generazione, oppure scegliere di affidarsi – e affiliarsi – a piattaforme che sono nate proprio con l’intento di raggruppare i voucher per categoria. Questi ultimi, da codicesconto.com a discoup.com, solo per citarne alcuni, hanno la funzione di catalogare, per categoria, i voucher aziendali, e di rappresentare una sorta di vetrina virtuale, intuitiva, pratica e, soprattutto, aggiornata in tempo reale con le nuove offerte del momento.
Gli utenti che scelgono questo servizio sono sempre più numerosi, poiché, oltre alla possibilità di risparmiare denaro – la prima, essenziale, motivazione – risparmiano anche tempo utile nella ricerca dello sconto. Come si sa, il fattore tempo è uno dei punti forti dell’e-commerce rispetto all’acquisto fisico che, proprio insieme alla variabile “risparmio”, ha dato il via al grande boom del commercio digitale da qualche anno a questa parte.
L’altro grande fattore di successo del web è quello di essere un veicolo di esperienze interattive e ludiche: in quest’ottica il marketing si è sempre più spostato verso la gamification, che comprende tecniche di vendita basate sulla customer experience. I codici sconto possono essere utilizzati anche in questa modalità, ad esempio associati a un sondaggio divertente, oppure a una campagna social o a un contest fotografico con tanto di hashtag.
Leggi l'articolo originale su TPI.it