ASOS POLEMICA SOCIAL – Asos, il colosso dello shopping online, è stato rimproverato dal web: tutta colpa di una molletta di troppo.
Per far aderire l’abito nel modo migliore possibile sul corpo della modella, vengono utilizzate delle mollette ma, per errore, la fotografia è apparsa integrale sul sito web.
La gaffe è diventata virale. Grazie al supporto di Twitter, molti utenti hanno espresso il malcontento e Asos è dovuto intervenire con delle rapide scuse.
Un trucchetto, quello adottato da Asos, in realtà molto comune nel fashion world. In genere mollette da bucato, o da disegno, vengono utilizzate per regolare l’abito sul corpo delle modelle durante gli shooting di servizi di moda.
L’ira del web si è scatenata in quanto Asos è un sito che pretende di vendere un abbigliamento adatto a tutte le donne e per tutte le taglie.
Un primo utente ha denunciato l’immagine su Twitter il 23 aprile 2019 e l’eco si è diffuso per il web. In tanti hanno dimostrato il proprio malcontento denunciando un inganno, poiché spesso l’abito acquistato non corrisponde a quello mostrato dalle immagini del sito web e i clienti sono costretti a spedire la merce indietro.
Asos polemica social | La risposta dell’azienda
Per far fronte alle diverse critiche social, l’azienda ha dovuto replicare quantomeno al primo utente: “Ciao Ronnie, grazie per il tuo contributo. Siamo spiacenti di sentire che le mollette sono visibili nella foto. Ora affronteremo la cosa con il nostro team di specialisti. Se hai qualche domanda ti preghiamo di inviarci un messaggio, saremo felici di aiutarti”, è stata questa la risposta social dell’azienda, replicando al commento dell’utente che ha denunciato in chiave ironica l’errore delle mollette. Una risposta che però non ha soddisfatto nessuno e gli utenti hanno continuato a protestare.
Intanto, la foto sul sito web è stata prontamente modificata e sostituita nell’arco di 24 ore. Un incidente lungo la strada di Asos in una settimana tragica per Anders Holch Povlsen, patron dell’azienda che ha perso tre dei suoi quattro figli negli attentati in Sri Lanka.
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