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Un anno dopo Nirbhaya

Dodici mesi il terribile stupro di Delhi, raddoppiato il numero di denunce per violenza sessuale

Di Action Aid
Pubblicato il 17 Dic. 2013 alle 16:50

A un anno dalla morte di Jyoti Singh, (soprannominata“Nirbhaya”dalla stampa indiana, che in hindi significa “senza paura”), la ragazza ventitreenne violentata brutalmente su un autobus a Delhi il 16 Dicembre 2012, il numero di denunce per stupro in India risulta  raddoppiato e quello per molestie sessuali quadruplicato.

ActionAid in un recente documento di ricerca, evidenzia come non sia ancora chiaro se questo incremento sia dovuto ad un effettivo aumento dei casi o piuttosto al fatto che le donne si sentano più libere e a proprio agio nel denunciare le violenze subite, proprio grazie alle grandi proteste e alle ondate di sdegno e mobilitazione pubblica che si sono avute in tutto il Paese, dopo la morte di Nirbhaya.

I quattro uomini accusati dello stupro e della morte di Nirbhaya sono stati giudicati colpevoli e condannati a morte a settembre del 2013. Il processo si è concluso in tribunale con tempi molto rapidi, grazie ad un nuovo sistema processuale introdotto dal Governo indiano in risposta alle proteste. Un evento eccezionale, se paragonato alla durata di altri processi per stupro in India, che normalmente possono andare avanti per molti anni. Per questo ActionAid chiede al Governo indiano che la stessa attenzione e rapidità con cui è stato affrontato il caso di Nirbhaya diventi lo standard da seguire per gli oltre 23.000 casi di stupro ancora pendenti nelle corti e nei tribunali indiani.

ActionAid sottolinea anche che la percentuale di condanne sarebbe dovuta aumentare visto che i casi di stupro in India sono raddoppiati tra il 2001 e il 2012, mentre le statistiche evidenziano una riduzione del numero delle condanne dal 41 al 24 per cento. Secondo Sehjo Singh, Direttore dei Programmi di ActionAid India, “un numero così esiguo di condanne manda un chiaro segnale ai perpetratori di tali atroci reati: è come dire, siete liberi di agire tanto non verrete puniti! E questo di certo, scoraggia le donne dal denunciare stupri e altre forme di violenza sessuale. Se il governo indiano vuole essere credibile quando dice di voler ridurre il numero degli stupri e di altri atti di violenza contro le donne, deve assicurare che: ogni caso di violenza sessuale venga trattato con attenzione e uguale importanza; le molteplici criticità che incontrano le donne e le ragazze appartenenti alle comunità marginalizzate vengano riconosciute; ci siano più condanne per i colpevoli”. Sehjo Singh sottolinea anche che “il numero delle denunce non corrisponde alla cifra reale dei casi di stupro e molestie sessuali, che sono la quotidianità a Delhi e in tutta l’India. Una realtà che è ancora più triste e difficile per le donne di comunità marginalizzate ed escluse come i Dalit, donne che sono spesso minacciate da parte delle caste superiori o dagli agenti di polizia e costrette a non denunciare la violenza subita.”

ActionAid chiede al Governo e alle istituzioni indiane l’introduzione di una serie di misure finalizzate a rendere gli ospedali, la polizia e le altre agenzie governative più sensibili e accoglienti nei confronti delle donne e a migliorare il modo in cui le corti e i tribunali si occupano dei crimini sessuali. Tra le richieste figurano, un’adeguata formazione degli agenti di polizia indiani per poter affrontare meglio i casi di violenza sessuale e dare supporto alle vittime di questi crimini; l’attivazione di una linea di assistenza telefonica 24 ore su 24, specifica per le donne che hanno subito uno stupro; la creazione di un nucleo operativo composto da staff al femminile di agenti di polizia e consulenti legali per aiutare le vittime nella compilazione delle denunce e assisterle durante i processi nelle corti e nei tribunali.

Secondo ActionAid i diversi Stati indiani dovrebbero immediatamente applicare le raccomandazioni del “Comitato “Justice J.S. Verma”, la speciale commissione guidata dall’ex Ministro della Giustizia Verma formatosi in seguito al brutale stupro di Delhi e alle proteste. Fra le varie raccomandazioni del Comitato Verma, si ricordano in particolare: il divieto di sottoporre le donne che hanno subito uno stupro a esami ginecologici invasivi; e la nomina di nuovi giudici per favorire uno svolgimento più rapido dei processi.

 Per ricordare il primo anniversario della morte di Nirbhaya, ActionAid sostiene “Jurrat”, una campagna settimanale contro la violenza sulle donne in India che ha avuto il suo apice il 16 dicembre con un corteo che ha ripercorso le strade del bus sul quale Nirbhaya è stata brutalmente aggredita e violentata. ActionAid partecipa anche alla rete “One Billion Rising”, la campagna creata a livello mondiale per fermare la violenza contro le donne e assicurare giustizia e uguaglianza di genere. Il direttore di Playwright Eve Ensler e di One Billion Rising insieme all’attrice Monique Wilson sono recentemente state in India, una delle tappe della One Billion Rising for Justice Tour, e il 12 dicembre hanno tenuto una conferenza stampa in occasione di questo triste anniversario.

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