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Skorpios, paradiso perduto

L'isola che cullò la vita dorata degli Onassis è stata comprata dai russi

Di Lavinia Orefici
Pubblicato il 23 Apr. 2013 alle 22:36

Era l’isola delle fiabe, di armatori e di attrici, di presidenti e di industriali. Skorpios, era la terra promessa del jet set internazionale nei favolosi anni Sessanta e Settanta, fino ad allora era solo uno dei tanti pezzetti di terreno arido e disabitato, buttato in mezzo al mare, infilato tra Lefkada e la Grecia continentale dello Ionio. Poi nel 1962 l’incontro con Aristotele Onassis, l’armatore greco a capo di un impero, cambiò il suo destino.

La comprò per tre milioni e mezzo di dracme, dodicimila euro di oggi, perché, come disse lui stesso: “Amo questo posto.” Anni dopo la sorella maggiore Artemis spiegherà: “Ari aveva sempre detto che una volta diventato ricco avrebbe fatto qualcosa di unico al mondo”. Onassis, dopo un’infanzia povera e una condanna a morte scampata grazie alla fuga in Argentina, sognava di apparire agli occhi del mondo come di un dio greco.

Una flotta navale tra le più grandi al mondo, una compagnia aerea, società e proprietà nei quattro angoli del globo, due figli, una collezione di amanti, Maria Callas la preferita, un rosario di leggende: per Onassis niente era abbastanza. La gente conosceva una storia raccontata fra mito e santità, sempre sul filo del rasoio cui sigaro e occhiali neri aggiungevano un fascino sinistro da gangster di ritorno. Lui ne andava fiero.

Skorpios in cinque anni era diventata un angolo di paradiso privato dell’armatore, dotato dei più straordinari confort ma senza sconvolgere il carattere selvaggio dell’isola. Per creare le spiagge venne portata sabbia da Salamina. Furono piantati oltre duecento specie di alberi e costruite due ville. Il panfilo Christina, 99 metri di legni e ottoni tirati a lucido, si trovava sempre ancorato a largo. Tra i miliardari del pianeta possedere un’isola diventò il nuovo status symbol.

Il 20 ottobre 1968 in quel regno arrivò una nuova regina, Jacqueline Kennedy, la vedova d’America che Aristotele Onassis sposò proprio nella cappella di Skorpios trasformando quel paradiso nel centro di gravità permanente delle cronache rosa mondiali. Memorabile uno dei più grandi scoop mai realizzati su una delle sue spiagge, dove Jackie fu immortalata nuda da un paparazzo greco.

In vent’anni di quella Skorpios, sinonimo di soldi e di potere, resta solo il ricordo. La parabola sta per compiersi. Nel ’73 Alexandre, il figlio che un giorno avrebbe guidato l’impero, scomparve in un incidente aereo. Onassis lo fece seppellire sull’isola, accanto alla piccola chiesa; un dolore troppo grande per lui, al quale non sopravvisse a lungo. Morì a Parigi e fu seppellito a Skorpios. Christina, la figlia, unica sopravvissuta alla tragedia di una famiglia, ereditò il patrimonio, tranne la parte di Jackie, diventando la donna più ricca e più infelice del mondo. Sempre in altalena fra depressioni e matrimoni sbagliati, Christina entrerà e uscirà dai centri di riabilitazione. Dall’unione con Thierry Roussel, playboy francese a caccia di dote, nascerà Athina che sarà battezza nella cappella di Skorpios. Ancora una volta l’isola diventa protagonista delle vicende famigliari, unico legame concreto della ragazza con le sue origini. Con la morte della madre, a soli tre anni, eredita una fortuna valutata tre miliardi di dollari del tempo, di cui entrerà in possesso una volta compiuti 18 anni. Per Athina, cresciuta in Svizzera con il padre, il greco è una lingua morta, come tutta la sua famiglia Onassis, e Skorpios, che costa un milione e mezzo di euro l’anno di manutenzione, è un lontano ricordo da cui fuggire. Così da qualche anno si rincorrono le voci di un possibile passaggio di proprietà dell’isola. Per il popolo ellenico rappresenta molto di più che per Athina, ultima traccia della leggenda di Onassis e l’unico legame rimasto tra lei e la Grecia.

A cambiare il finale di quella che era iniziata come una favola ci penseranno i russi. E’ infatti di qualche giorno fa il comunicato nel quale si parla della vendita di Skorpios a un trust che fa capo a Ekaterina Rybolovleva, ventiquattrenne figlia dell’oligarca russo Dmitry Rybolovlev, proprietario tra l’altro dell’AS Monaco di calcio. Resta solo un mistero da spiegare: il testamento di Aristotele Onassis impedirebbe agli eredi di vendere l’isola e nel caso si trovassero impossibilitati a mantenerla dovrebbe tornare allo Stato. Sicuramente l’imponente schieramento di avvocati delle due parti avrà trovato il modo per arginare le ultime volontà del tycoon greco e considerata la situazione finanziaria del Paese in questo momento la donazione potrebbe sembrare più un dispetto che un regalo.

Nel frattempo la Grecia si domanda che cosa ne sarà della vecchia Skorpios in mano alla nuova proprietà, un paradiso perduto segnato dalle tragedie che dopo aver vissuto la prima vita finita prigioniera di ragnatele e polvere adesso sta per avere una seconda chance per ritrovare lo splendore, sicuramente non il glamour, del tempo che fu.

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