Libby Weaver, nutrizionista e autrice di best seller australiana, ha ritirato dal commercio 20mila copie del suo ultimo libro, intitolato “What Am I Supposed to Eat?”, per aver utilizzato il termine “mongolismo” per indicare la sindrome di Down.
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In un videomessaggio pubblicato sul suo sito, la scrittrice si è scusata e si è detta “mortificata” per aver offeso chiunque sia rimasto colpito dalla scelta di utilizzare la parola.
Il termine “mongolismo”, non più utilizzato in campo scientifico da almeno 30 anni, è considerato offensivo. Al suo posto si preferisce utilizzare le più corrette espressioni mediche “sindrome di Down” o “trisomia 21”.
Weaver si è difesa dicendo di aver utilizzato la parola sotto accusa pensando si trattasse “dell’espressione tecnica attualmente più utilizzata”.
“Mi è stato reso noto che invece il termine viene usato in senso dispregiativo e sono davvero molto dispiaciuta per aver fatto soffrire qualcuno con questo mio errore, in maniera particolare i bambini con sindrome di Down e le loro famiglie”, ha detto la scrittrice australiana.
La dottoressa Ellen Skladzien dell’associazione Down Syndrome Australia ha commentato così la vicenda alla BBC: “Mongolismo è un termine antiquato e offensivo con cui una volta ci si riferiva alla sindrome di Down. Da molti anni ormai si preferisce utilizzare altre espressioni per indicare persone nate con trisomia del cromosoma 21. Mi fa piacere sapere che il libro che riportava questa forma inappropriata sia stato ritirato dal commercio e che l’autrice si sia scusata”.
Il medico britannico John Lagdon Down fu il primo a presentare una descrizione scientifica della sindrome di Down negli anni Sessanta dell’Ottocento, ricorrendo però al termine “mongoloidismo” per indicarla.
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