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“Ci avete rotto i polmoni”: Milano è ancora capitale delle proteste per il clima

Il corteo studentesco 'Fridays for future' a Milano il 24 maggio 2019. Credit: ANSA / MATTEO BAZZI

L’onda giovane che segue le orme di Greta Thunberg non si ferma

Di Giulia Riva
Pubblicato il 25 Mag. 2019 alle 13:00 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:19

Sciopero clima Milano – “Ci avete rotto i polmoni”. È lo slogan più diffuso a Milano mentre la città si mobilita per la 24esima volta in favore del #climatestrike, la lotta contro i cambiamenti climatici.

Lo si legge sui cartelli colorati mostrati dalle decine di migliaia di persone – chi dice 30, chi 20mila – che attraversano il capoluogo lombardo nella mattinata soleggiata di venerdì 24 maggio, da largo Cairoli fino a piazza Duca D’Aosta, di fronte alla sede della regione Lombardia. Ma risuona anche nelle orecchie: è un grido di protesta che accompagna il corteo lungo tutto il percorso, sottolineato a ritmo di tamburi.

Per strada ci sono tanti adolescenti – la manifestazione mattutina è pensata per gli studenti – ma non manca qualche manifestante coi capelli brizzolati e qualche signora in pensione che sfoggia borse arcobaleno.

C’è chi cammina, chi corre, chi segue l’itinerario a cavallo della sua bicicletta. Poi c’è Mattia: non ha ancora spento la sua prima candelina, è troppo piccolo per stare in piedi, ma non per manifestare.

Sul suo passeggino dondola un cartello: “Diritto al presente, diritto al futuro!”, si legge. È la dimostrazione che l’impegno contro i cambiamenti climatici non ha età. “C’eravamo il 15 marzo, alla prima manifestazione, e vogliamo esserci anche oggi”, racconta la mamma, “è importantissima la partecipazione dei giovani: il futuro è loro”.

Intorno, i messaggi proposti dagli studenti per attirare l’attenzione sullo stato di salute del nostro pianeta sono diversi. “Stiamo perdendo le nostre lezioni, ma ve ne insegniamo una”, rispondono due ragazze a chi suggerisce che dovrebbero essere a scuola, a quell’ora. “Che senso ha andare a scuola se poi non abbiamo un futuro?”, incalza un altro.

Alcuni giocano con i motti delle casate della serie tv Game of Thrones: “Winter is (not) coming” recita uno striscione, cioè “L’inverno (non) sta arrivando”, in perfetto stile Stark. Altri preferiscono fare riferimenti musicali: “Life in plastic is (not) fantastic”, ha scritto una ragazza – “La vita in plastica (non) è fantastica, in inglese – evocando la canzone Barbie girl degli Aqua, un gruppo anni Novanta.

Non manca qualche messaggio più politicizzato, anche in vista delle imminenti elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo: “La nostra casa è in fiamme: vota alle elezioni europee 2019”, esorta uno. “Seguite gli accordi di Parigi e l’IPCC, non Salvini su Twitter”, invita un altro.

Il comitato #FridaysForFuture di Milano, che ha coordinato l’evento, considera la giornata un successo. “Le 100mila persone presenti il 15 marzo ci hanno permesso di fare in modo che il Comune e il sindaco Sala dichiarassero l’emergenza climatica e ambientale – circostanza che si è verificata il 20 maggio scorso – prendendo impegni concreti per i prossimi mesi”, dichiarano i portavoce del gruppo.

“Ora anche il governatore Fontana deve capire l’importanza di questa cosa. Ci vuole un cambiamento radicale perché le energie sprigionate da queste manifestazioni non si spengano”, concludono.

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