L’avevamo annunciato perché era nell’aria da tempo. Nuovo rimpasto di governo in Egitto. A cambiare sono 9 ministri. Lasciamo che a presentarli sia la nostra cara amica @zeinobia sul suo sempre aggiornatissimo blog con il quale facciamo colazione da ormai troppi anni. Sottolineo solo i nomi di 3 new entry nella squadra di Mursi. Il primo è quello di Darrag, ora ministro della cooperazione internazionale. Per chi frequenta i corridoi della Fratellanza da quando era ancora un movimento bandito, questo nome è tutt’altro che nuovo. Darrag era infatti a capo della commissione esteri della Confraternita, un uomo molto conosciuto.
Secondo nome che elenco è quello di Fyad Abdel Moneim, ovvero il quinto ministro delle finanza da quando Mursi è al potere. Anche lui della Fratellanza e laureto ad Al-Ahzar ( massima autorità religiosa sunnita) in economia, esperto di economia islamica.
Infine menzione Yahia Hamed, nuovo ministro degli investimenti. Di lui basta dire che è molto vicino a Khater al Shater, il tycoon della confraternita che doveva correre per la presidenza, ma che, per cavilli legali, è stato sostituito da Mursi.
Insomma, all’opposizione che chiede un governo tecnico, la Fratellanza in crisi di popolarità risponde rincarando la dose. Più islamisti al governo per mettere le mani soprattutto sulla gestione economica del paese, la più grave.
Ora, le cose da osservare sono almeno due.
Come reagirà l’opposizione?
Che cosa succederà con il prestito del Fondo Monetario internazionale che è stato firmato, ma che non decolla perché Mursi non riesce a trovare un accordo tra le politiche di austerità volute dal Fondo e le minacce di una piazza che rischia di esplodere nel veder ridotti sussidi a pane ed energia. Razionalmente, mi sembra che le politiche di ripresa economica islamista non siano attualmente attuabili. Manca liquidità. Chi si prepara a partire per il Cairo mette in tasca cash.
Nota di colore e battuta. Per i giornalisti la novità peggiore del nuovo governo è la nomina di Baghato agli affari parlamentari. Per chi non sapesse di chi parlo, ricordo che Baghato è stato il presidente della commissione elettorale per le presidenziali. In una piazza Tahrir gonfia e soffocante di tensione, ci mese 45 minuti per leggere i risultati elettorali che consegnarono la presidenza a Mursi. Ci immaginiamo una sua conferenza stampa quanto potrà durare?
Battute a parte, passando per Roma oggi abbiamo incontrato Shirin Ebadi, iraniana premio nobel per la pace tanto criticata dal regime per la sua attività di giudice. A un evento così importante non più di 40 persone. Domani sui giornali non ci sarà nulla. Le redazioni dicono di non avere spazio. Siamo certi che aprendoli domani mattina non ci metteremo più di tre minuti a saltare un articolo in pagina sui teatrini italiani. Magari quello spazio poteva essere dedicato al suo discorso puntuale e come al solito illuminante.
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