Una palla di luce ha attraversato il cielo dell’Australia occidentale e preoccupato diverse persone. Il curioso episodio ha infatti immediatamente scatenato un acceso dibattito online, in particolare sui social network.
Centinaia di persone hanno affermato che il lampo di luce era probabilmente una meteora, anche se altri sostenevano che fossero dei non meglio specificati “detriti luminosi”.
Quel che è certo è che l’Osservatorio della città di Perth ha ricevuto diverse segnalazioni. Alcuni residenti hanno riferito di aver sentito un forte scoppio, poi hanno sentito le finestre tremare e infine visto una luce intensa. Molto intensa.
Una palla di luce che è stata ripresa da diverse telecamere. Video che sono poi stati condivisi sui social dove sono diventati virali nel giro di poche ore.
In un meteorite sono stati trovati “resti di un pianeta scomparso”
In un meteorite atterrato nel deserto della Nubia, nel Sudan, 10 anni fa sono stati trovati dei diamanti insoliti.
Secondo gli scienziati, si sarebbero formati nello spazio profondo e proverrebbero da un “pianeta sperduto” che un tempo girava intorno al Sole.
Questi piccoli diamanti contengono dei composti prodotti in seguito ad una pressione particolarmente intensa, secondo quanto rivelano le analisi al microscopio, e si sarebbero formati sotto la superficie di un pianeta.
Secondo gli esperti, questo “mondo misterioso” da cui vengono i diamanti avrebbe avuto le stesse dimensioni di Mercurio o di Marte.
Da molti anni gli astronomi hanno ipotizzato l’esistenza di pianeti di dimensioni che oscillano tra quelle della Luna e di Marte, formatisi durante i primi 10 milioni di anni del sistema solare e in seguito disintegratesi e riaggregatosi a seguito di collisioni violente. Da qui sarebbero nati i pianeti che orbitano intorno al Sole.
Se queste ultime scoperte fossero confermate, il meteorite Almahata Sitta sarebbe l’unica traccia finora disponibile di uno di questi pianeti andati persi.
Il materiale ritrovato darà agli scienziati la possibilità di capire quali sono le condizioni che hanno caratterizzato la storia profonda del sistema solare.
“Le simulazioni suggeriscono che inizialmente nel sistema solare c’erano decine di questi pianeti allo stato embrionale che si sono scontrati l’un l’altro e che hanno formato i pianeti attuali, ma avere delle prove di tutto ciò? Non me lo aspettavo”, ha dichiarato Farhang Nabiei, uno degli scienziati che sta studiando i resti del meteorite all’Istituto federale di tecnologia di Losanna, in Svizzera.
“Stiamo facendo archeologia, guardando al passato, e cercando di decifrare la storia del sistema solare”, ha affermato Philippe Gillet, uno degli autori dello studio.
Il meteorite Almahata Sitta era stato individuato dal telescopio mentre si dirigeva verso la Terra per poi atterrare nel deserto del Nabia nel 2008.
L’Università di Khartoum, in Sudan, ha raccolto 480 pezzi del meteorite, recuperando 4 chili di materiale.
Le prime analisi hanno rivelato che il meteorite contiene urelite, un composto che non è mai stato ritrovato sulle rocce provenienti da Marte o dalla Luna.
Dopo questa scoperta gli scienziati avevano ipotizzato che il meteorite avesse origini insolite.
Il sospetto era aumentato quando i ricercatori hanno scoperto i piccoli diamanti all’interno della meteora. Normalmente questi corpi contengono cristalli di diamanti molto piccoli, di pochi millesimi di centimetro e si formano a seguito di collisioni con altre rocce spaziali che inviano brevi ma intense onde d’urto attraverso asteroidi ricchi di carbonio.
Nel 2015, i ricercatori del laboratorio svizzero e un team di scienziati giapponesi hanno stabilito che i diamanti del meteorite Almahata Sitta sono troppo grandi per potersi essere formati a seguito di collisione con altri asteroidi.
La loro teoria è che il corpo venga da un pianeta perduto, ma hanno bisogno di altre conferme.
Le ultime analisi, pubblicate sul giornale scientifico Nature Communications, mostrano che i diamanti nel meteorite contengono particelle di ferro e zolfo che si pensa si formi solo a seguito di una pressione superiore ai 20 megapascal.
“Probabilmente stiamo esaminando un oggetto che appartiene a uno dei primi pianeti che giravano intorno al Sole prima di scontrarsi l’un l’altro e creare i pianeti che conosciamo adesso”, ha dichiarato Gillet.
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