Matteo Salvini festival carne cane Yulin | Anche Matteo Salvini dice la sua sull’ormai noto festival della carne di cane a Yulin in Cina.
“Un “festival” in Cina dove torturano, uccidono e mangiano più di 10MILA cani??? Atroce e vergognoso, giù le mani dagli amici a quattro zampe. Non è questione di usanza ma di umanità, che qui non esiste. CHIUSURA immediata!”, dice Matteo Salvini sulla sua pagina Facebook.
Il festival, iniziato lo scorso 21 giugno, nella città della Cina meridionale, attira ogni anno tantissimi visitatori, e altrettanti attivisti e animalisti che si battono per salvare gli animali dal macello.
Tanti i commenti al post di Matteo Salvini. Molti appoggiano la sua posizione e chiedono di fermare le atrocità. Altri ricordano come anche in Occidente si perpetuano crimini sugli animali, come l’uccisione degli agnelli pasquali e in generale il consumo di carne macellata.
“Ogni popolo ha le sue tradizioni , fine. Noi sgozziamo agnelli a gogò per Pasqua, maiali per natale. Come noi siamo padroni a casa nostra loro sono padroni li”, scrive qualcuno.
“Gli induisti in india direbbero le stesse cose di noi occidentali che osiamo toccare le mucche. Oppure i musulmani a riguardo della carne suina. Ogni regione del mondo ha le sue tradizioni ed usanze culinarie, ci sono regioni asiatiche dove amano mangiare insetti o scorpioni o ragni, noi non abbiamo il diritto di imporre loro cosa mangiare e cosa no, evitiamo queste ennesime indignazioni solo perché pensiamo che essendo noi occidentali il mondo debba avere i nostri stessi valori, culinari o meno che siano. Quando la capirete sarà sempre troppo tardi”, scrive qualcun altro.
E c’è chi chiama in causa gli interessi economici tra Italia e Cina, sostenendo che nessuno farà nulla per bloccare il massacro, tantomeno il signor ministro dell’Interno.
Yulin festival cos’è | Il festival è iniziato il giorno del solstizio d’estate, quando cani rubati o strappati alle famiglie vengono radunati a Yulin per essere mangiati. Si concluderà il prossimo 30 giugno. I cani di Yulin vengono torturati, scuoiati, bruciati, massacrati, presi a bastonate e infine sgozzati. Alcuni vengono addirittura scuoiati e bolliti da vivi, come raccontano gli attivisti che da anni cercano di porre fine alla crudele tradizione.