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Il massacro di 150 balene sulle Isole Faroe: il mare diventa rosso di sangue

Credit: Twitter/Blue Planet Society
Di Cristiana Mastronicola
Pubblicato il 30 Mag. 2019 alle 16:26 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 03:18

Mattanza balene Danimarca

È successo ancora. Come ogni anno, ritorna l’appuntamento feroce con la mattanza delle balene. Gli abitanti delle Isole Faroe, in Danimarca, tornano a uccidere i grossi mammiferi del mare. Sono tra i 130 e i 150 le balene pilota uccise, circa venti i delfini.

La parola faroese è Grindadráp, che sebbene indichi più in generale una caccia a vari generi di delfini, in tutto il mondo si traduce come caccia alle balene. Gli animali vengono intercettati mentre migravano verso i mari del nord dove trascorrono le estati. Le immagini che ci consegnano gli animalisti e gli spettatori sui social testimoniano una scena terribile.

Il tweet di denuncia di Blue Planet Society

Mattanza balene Danimarca | L’Isola di Streymoy

Sulle spiagge della città di Torshavan, sull’Isola di Streymoy, i pescatori accatastano i corpi senza vita dei cetacei. Gli animali prima di essere trasportati sulla battigia, sono stati trafitti da lance particolari, utilizzate proprio per questo tipo di caccia. Poi il mare si è tinto di rosso, con il sangue che sgorgava fitto dalle ferite mortali inflitte agli animali.

Il tweet di denuncia di Blue Planet Society

L’associazione in difesa dell’Oceano Blue Planet Society ha diffuso le immagini terribili degli animali morti e dell’acqua rossa e, ancora una volta, ha denunciato la mattanza di balene: “130-150 balene pilota e 10-20 delfini sono stati brutalmente e crudelmente uccisi nelle Isole Faroe. Dall’inizio del 2019, sono stati uccisi circa 500 cetacei ‘per cibo’ in queste isole. Le Isole Faroe fanno parte della Danimarca (Paese UE). Sia le balene pilota che i delfini sono protetti i Europa”, si legge sulla pagina Facebook dell’associazione.

Credit: Twitter/Blue Planet Society

La caccia alle balene, nel periodo dell’anno che vede i cetacei spostarsi verso il nord e passare per i mari delle Isole Faroe, risale al 1500. Gli abitanti si muovono sulle imbarcazioni e spingono i cetacei verso le acque basse, per impedire loro di scappare liberamente e quindi colpirli con più facilità.

Credit: Twitter/Blue Planet Society

In quei momenti, i cacciatori colpiscono in un punto preciso del corpo dell’animale: il collo. In questo modo la lancia romperà il midollo spinale del cetaceo provocandone la morte. Gli abitanti delle Isole Faroe uccidono gli animali per conservare la loro carne, il grasso e le altre parti commestibili. La giustificazione al massacro sta proprio nel fatto che su queste isole non ci sarebbero molte altre fonti di sostentamento e la mattanza delle balene assicurerebbe l’auto sostentamento.

Senza quella carne, gli abitanti delle Faroe dovrebbero far ricorso all’importazione dei prodotti. La pratica resta in ogni caso un episodio violento e brutale e l’associazione Blue Planet Society si sta battendo per fermarla.

Nelle isole Faroe è ricominciato il Grindadráp, la mattanza delle balene
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