Approvata la legge che “regola” le manifestazioni nel paese. Il solo nome fa tremare una popolazione che non ha ancora dimenticato che cosa voleva dire fino al 2011 organizzare una manifestazione. Peripezie burocratiche quasi sempre fallimentari che hanno reso le manifestazioni di strada eventi rari e quasi invisibili. Anche quando si sono viste, lo spettacolo è durato per molot poco. La polizia è sempre arrivata in tempo per reprimerle prima che facessero troppo rumore. E’ così riuscita a ridurre il loro eco di risonanza. C’è riuscita almeno fino a quando qualche nerd non ha deciso di staccarsi dal suo pc e andare in strada a riprendere tutto per poi mettere i video sulla rete … la ragnatela di click è stata contagiosa e molti egiziani hanno iniziato a capire di non essere i soli a voler protestare, nè i soli pronti a farlo.
Il resto lo sappiamo, è storia nota quella accaduta nel 2011.
Quello che forse ci scordiamo, perchè i giornali ne parlano a singhiozzo, è che dalla caduta di Mubarak le manifestazioni sono continuate a crescere in maniera esponenziale. Con i militari prima, con gli islamisti poi, ogni venerdì, in diverse piazze egiziane, il popolo è sceso in strada per dire che quello che stava accadendo non era scritto nel progetto rivoluzionario.
Sinceramente, politica a parte, è difficile pensare che sia sufficiente l’approvazione di questa nuova legge per fare tornare gli egiziani al silenzio delle loro case. Le manifestazioni di ieri sono il primo evento che lo mostrano. La cronaca ha dettagli e nomi noti a questo blog e anche ai momenti più difficili attraversati dal paese: tra gli arrestati troviamo Ahmed Maher, Ahmed Harara, Alaa Abdel Fattah e Mona Seif, una delle tante donne arrestate e poi rilasciate, nel mezzo del deserto. Alcune denuncaino di aver subito violenze.
Oggi alcuni si chiedevano perchè gli attivisti hanno fatto sentire solo ieri, a legge approvata, la loro voce. La risposta non la sappiamo, ma sappiamo che la data di ieri ha un senso. Era l’anniversario della morte di Gika ( morto durante gli scontri del 2012 di via Mohammed Mahmoud) e sappiamo che quanti sono scesi in strada, Mona Seif per prima, si battono per evitare che i tribunali militari siano permessi dalla Costituzione orami in dirittura di arrivo. Difficile pensare che ci si riesca.
Tornando a casa e facendo il solito zapping, abbiamo trovati affermati giornalisti che per anni hanno combattuto contro Mubarak dicono che i manifestanti se la sono cercata perchè sono scesi in strada senza chiedere il permesso richiesto dalla legge appena entrata in vigore. Ma la domanda sorge spontanea: quando loro sono scesi in strada come eroi nel 2011, avevano in tasca in permesso del ministero degli interni?