Marta ha dieci anni e vive nel cuore di una regione divisa, il Trentino Alto Adige.
K è come gli italiani chiamano gli austriaci per abbreviare il dispregiativo di “Crucchi”. V è come i madrelingua tedeschi chiamano gli italiani, e sta per “Walschen”.
Pur essendo di orgine italiana, Marta sente entrambe le appartenenze e non vorrebbe essere classificata come una V, ma deve sottostare alle stringenti regole di quella che sembra una non convivenza.Basata su equilibri precari, divisioni nette e confini rischiosi da superare: tra due lingue, tra classi di scuola, tra quartieri.
Descrizioni lunghe e dettagliate raccontano gli attimi infiniti di una bambina che soffre per i conflitti che la circondano. I suoi genitori si stanno per separare; il membro K del suo gruppo di amiche si diverte a organizzare giochi pericolosi e dispetti come se fossero acerrime nemiche; il suo migliore amico le racconta gli aneddoti di un passato di scontri incendiari tra gli autoctoni e italiani arrivati dopo la Prima Guerra Mondiale e la cessione del territorio austriaco all’Italia.
Kareen De Martin Pinter, scrittrice esordiente originaria di Bolzano, dipinge quella tra italiani e austriaci come una lotta per la sopravvivenza, che si riflette nei sussulti dell’animo di Marta, rendendolo tutt’altro che leggero.
Il Sudtirol viene rappresentato come il peggior luogo dove una bambina sensibile come lei può crescere. Marta si rifugia nell’immaginazione, o nelle vacanze estive al maso di un’amica K, dove può annullare le differenze e non essere classificata per forza come italiana o austriaca.
Ma solo alla fine, e forse troppo tardi, troverà una via di fuga alla pesantezza: iniziando a suonare il flauto e esibendosi in piccoli concerti, deciderà di fare della musica la sua vita. Le note risulteranno più forti del suono dei pensieri, e le faranno scordare gli avvenimenti storici e personali che non riesce ad accettare. Raccontando il passaggio tra infanzia e età adulta, l’autrice lascia speranza alla possibilità di sentirsi leggeri, in un ciclo di vita che sembra scorrere al rovescio.
Invece che un percorso sempre più difficile verso le responsabilità, pur attraverso guerre e cambiamenti, la crescita sembra un cammino lento verso la spensieratezza.
a cura di Marta Vigneri
Leggi l'articolo originale su TPI.it