Grazie a un’idea di Marc Granen, giovane paesaggista e artista catalano, tra qualche anno potremmo andare a lavoro a bordo di un giardino in movimento.
L’idea nasce un anno fa, quando Marc, guardando una foto di Barcellona scattata dall’alto di un tetto in cui si vedevano alcuni autobus bloccati nel traffico, pensò che si trattasse di un grande spreco di superficie.
Da lì è partito il progetto Phyto Kinetic, che mira a creare veri e propri giardini sui tetti degli autobus, i quali dispongono di una superficie sfruttabile di venti metri quadri. Ricoprirli di piante significa, quindi, offrire alle città venti metri quadri di verde in più per ogni autobus. E se ogni singolo metro quadro assorbe circa venti chili di anidride carbonica all’anno, il sistema potrebbe diventare un vero polmone verde, considerando quanti autobus circolano per le città del globo ogni giorno.
Il progetto si è sviluppato nel febbraio 2012 con l’aiuto e il sostegno di Alex Puig, realizzatore di pareti verticali verdi, mentore, amico e vicino di casa di Granen. Insieme hanno seguito il progetto fino a sviluppare la prima installazione su un camion frigorifero.
Il primo prototipo di autobus verde è stato realizzato con l’aiuto di Jordi Sargatal, naturalista, ornitologo e proprietario di un campeggio vicino alla città di Girona. Sargatal ha messo a disposizione di Granen il suo vecchio autobus, con cui porta i turisti dal campeggio alla spiaggia ogni giorno, per farglielo aggiardinare gratuitamente. Secondo le parole di Granen la prima prova è stata “perfetta”, e l’autobus verde continua a girare per il campeggio.
Per le sue creazioni, l’artista catalano utilizza uno strato di schiuma di circa sette centimetri, molto più leggera della terra -riducendo quindi il peso complessivo del tetto – che trattiene l’umidità isolando termicamente l’autobus. La schiuma riposa su un piano di acciaio inossidabile. Sulla schiuma Granen applica coperte verdi, dove pianta erbe aromatiche, piante grasse, piante ornamentali ed edera.Questo prato mobile cambia al variare delle stagioni e del clima. La sua irrigazione avviene attraverso la condensa dell’aria condizionata che viene catturata e riciclata: più fa caldo, più le piante saranno irrigate. Alla flora, Granen ha aggiunto la fauna, come rane, lombrichi e formiche così da accrescere la biodiversità nelle città.
Il progetto mira anche a promuovere le varie economie locali. L’idea è di far uscire l’autobus dalla fabbrica di ogni singola città con motore elettrico e coperta verde già installati; a questo segue il lavoro manuale del ferramenta, del pittore e del giardiniere, promuovendo così l’impiego e le attività commerciali.
Utopia? Amsterdam ha già ordinato tredici micro-autobus e così la Scozia; Granen collabora con studenti di ingegneria e biologia, e con ambientalisti di Bogotá Recife, Seul, Madrid. Inoltre si è affidato a un export manager per esportare Phyto Kinetic in tutto il mondo. È facile trovare patrocinatori: il progetto è richiesto soprattutto da privati e dalle aziende internazionali che vogliono essere associati con un’iniziativa del genere. Le amministrazioni pubbliche, invece, sono più restie a investire nel progetto.
Ma Granen non si scoraggia: l’attesa gli permette di innovare, migliorare e avere una maggiore prospettiva. Se un giorno gli autobus di Marc diventassero realtà, cambieranno il nostro rapporto con la natura e il nostro modo di concepire l’integrazione fra spazi urbani e naturali. Come sarebbe affacciarsi dalla finestra di una grande metropoli e vedersi circondati da pareti vegetali, da terrazze verdi, e poco più sotto, autobus dai tetti aggiardinati?
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