Non distante dal viale alberato che conduce all’Ambasciata d’Italia, mentre gli occhi saltano da un minareto all’altro, sopra il tetto della città, gli altri sensi vengono catturati dalle vie caotiche del centro; anche la vista vi soccombe infine, guidata dal profumo della Kisra, il tipico pane sudanese, appena sfornato. Piatta come una omelette, la kisra è inseparabile dal porridge locale di sorgo, diffuso in tutto il Paese,l’Aseeda.
In una delle sue varianti, la durra (sorgo) o il grano sono impastati con carne secca, cipolle essicate, pepe, burro di arachidi e latte. Con un simile carico di energie, si può affrontare senza paura la calda mattina della capitale!
Il sorgo, lo si capisce subito a Khartum, è l’alimento principale di gran parte dei piatti tradizionali sudanesi. Lo si ritrova un po’ ovunque, anche nelle campagne coltivate al di fuori della città, dove lunghe file di canne di sorgo, in questo periodo ancora verdi, presto alte anche due metri, scorrono incorniciate nei finestrini impolverati della bianca Toyota in corsa.
Mi sorprendo a leggere, quasi per caso, che ci sarà un po’ di Italia anche nel pane sudanese.
Il ministro della Scienza e delle Comunicazioni sudanese, il Dott. Issa Bashara, ha reso noto, infatti, che sta per concludersi l’importazione e il collaudo della filiera industriale italiana, che permetterà di avviare una nuova catena di produzione del pane di sorgo nella capitale. Obiettivo, quello di sostituire l’importazione di prodotti finiti dall’estero.
Proprio intorno al sorgo e al granturco sudanese si è costruito un giallo internazionale.
La loro raccolta, soprattutto negli anni passati, era considerevole, tanto da essere tra i prodotti maggiormente esportati: 140 mila tonnellate negli ultimi sei anni.
Eppure, il sorgo resta ancora oggi solo un miraggio per circa 4 milioni di persone, che guerre, razzie, carestie hanno costretto a dipendere dagli aiuti alimentari, in un circolo vizioso che alimenta anche interessi più grandi.
Il Programma Alimentare Mondiale, in Sudan ha il suo più grande progetto assistenziale da anni, e ancora oggi il Paese figura tra i 16 destinari degli interventi urgenti del 2013.
Per tanti, insomma, fuori Khartum, Kisra e Aseeda appaiono, tristemente, la coppia più bella del mondo.
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