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JobTips:La lettera di presentazione

I cinque consigli per scrivere una cover letter perfetta

Di Costanza Balboni Cestelli
Pubblicato il 15 Mar. 2013 alle 15:43

Prendete tre responsabili delle risorse umane di tre grandi aziende che si occupano rispettivamente di comunicazione e marketing, ingegneria e sistemi integrati e di consulenza legale e tributaria.

Metteteli in una stanza e cominciate a parlare di parametri di assunzioni, formazione e giovani per un’oretta a settimana.

Ecco, shakerate perbene e voilà: Job Tips, la rubrica che vi svela tutto quello che dovete sapere, su cv, colloqui e similari.

Oggi iniziamo da un argomento poco approfondito: la lettera di presentazione, più nota come Cover Letter. Si tratta di quel breve elaborato che sempre più spesso è richiesto insieme al CV quando s’invia la propria candidatura per una posizione.

Il suo scopo: approfondire la conoscenza del candidato, spesso limitata dalla sinteticità del CV, la sua motivazione e la sua adeguatezza alla posizione.

Eggrazie Costà– direte voi- quindi?

Quindi, signore e signori, le cinque regole per scrivere una buona lettera di presentazione:

1.Non siate ripetitivi. Scrivere una lettera che sia l’esatta copia meglio articolata del vostro Cv non vi porterà lontano. Avete l’occasione di esprimervi e convincere chi vi sta leggendo che siete persone in gamba, non sprecatela.

2.Spostate il focus. I nostri esperti mi avvertono che ricevono valanghe di lettere che sono spesso una lista delle capacità straordinarie dei candidati ma hanno poco a che fare con i requisiti richiesti dalla posizione e dall’azienda. Ergo, facciamo un passo indietro, prima di scrivere qualcosa, facciamoci un giro sul sito dell’azienda, rileggiamo con attenzione i requisiti della posizione e soprattutto facciamoci due domande: che cosa può fare questa azienda per me e cosa posso portare all’azienda?

3.Create connessioni. Hai una laurea in giurisprudenza, ultimamente hai lavorato nel bar del tuo migliore amico e hai una passione per le lingue orientali? Le tue esperienze ti hanno reso quello che sei e hanno tutte per questo, un significato importante. Cerchiamo però di dare loro una logica connessione che possa essere rilevante in senso professionale: hai sicuramente potuto applicare in maniera pragmatica i tuoi studi nella gestione e nell’amministrazione del bar del tuo amico, e potresti aver avuto una visione strategica di lungo periodo nel pensare che investire nello studio di una lingua straniera avrebbe portato a migliori performance dell’attività.

4.Non siate (troppo) sintetici. ( vedi punto 1) La lunghezza dell’elaborato dovrebbe essere di circa una cartella e mezzo Word. E attenzione agli errori grammaticali.

5.Siate onesti. Non sopravvalutiamoci troppo. Non gonfiamo capacità e competenze, restiamo noi stessi. Meglio un no subito, che una figuraccia in sede di colloquio.

Spero che questi consigli possano esservi utili.

Continuate a scrivermi se volete sottoporre domande particolari ai nostri esperti.

A presto

Costanza

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