italia nato friends of europe rapporto – “All’Italia spetta un ruolo centrale nella risposta europea alle crescenti sfide sulla sicurezza nell’area mediterranea, ma la ‘diplomazia suicida’ che sta attuando ne diminuisce l’influenza in seno all’Europa Unita e alla NATO, proprio ora che avrebbe più bisogno del loro sostegno”. Lo evidenzia Molto agitato. L’Italia e la sicurezza mediterranea, il rapporto pubblicato oggi, martedì 25 giugno, da Friends of Europe, organizzazione dedicata all’analisi della politica dell’Unione Europea.
Lo studio – realizzato da Paul Taylor, senior fellow di Friend of Europe, editorialista di POLITICO e per molti anni corrispondente estero per la Reuters – ha evidenziato come la sicurezza e la stabilità europea siano messe in pericolo dai cambiamenti climatici a lungo termine e dai conflitti per il controllo delle risorse, cui si aggiungono la radicalizzazione e il terrorismo jihadista. Da qui, sostiene l’analista, la necessità di “una cooperazione molto più stretta e lungimirante tra UE e NATO”.
“Dalla fine della Guerra Fredda, le politiche dell’EU e della NATO nella regione mediterranea sono in generale fallite, si sono arenate, o addirittura, come nel caso dell’intervento in Libia nel 2011, hanno aggravato la situazione”, ha evidenziato Taylor.
“E’ ora di far tesoro degli errori e di unire le forze per progettare e mettere in pratica politiche più coerenti ed efficaci. L’Italia si troverà al centro di questo sforzo, il suo contributo è fondamentale: si potrà fare poco se l’Italia si pone in contrasto con i propri partner europei, o se la Francia e l’Italia si dedicano a ciò che pare una guerra per procura in Libia. In questo senso, propone un accordo italo-francese per superare le dispute che stanno vanificando gli sforzi per stabilizzare la Libia, sviluppare una politica europea estera e di difesa coerenti e sviluppare un’industria della difesa più integrata.
Quanto al rapporto con gli amici francesi, Taylor individua nei cattivi rapporti tra Francia ed Italia uno dei maggiori ostacoli ad una politica europea più coerente nell’area mediterranea, proponendo un “vasto accordo” tra Parigi e Roma per riprendere la collaborazione politica ed industriale su un insieme di temi.