L’8 aprile 2013 si è spenta, all’età di 87 anni, Margaret Tatcher, primo ministro britannico dal 1979 al 1990. È stata la prima donna premier in Europa e, a oggi, la prima e unica donna inglese a ricoprire tale carica. Passata alla storia come “Lady di Ferro”, la Tatcher è ricordata da sempre per la severità del suo governo e per la durezza delle misure, in economia come in politica estera, adottate per arginare il declino economico in cui si era avviato il Regno Unito, e per restituire al Paese un importante ruolo nel panorama internazionale.
La Commissione Europea ha esortato la Spagna e la Slovenia a risolvere velocemente gli squilibri delle loro economie. La Spagna ha già dovuto fare fronte a una grave crisi, mentre si reputa che la Slovenia sarà il prossimo paese dell’Eurozona ad aver bisogno di un salvataggio.
Decine di migliaia di persone in Colombia hanno manifestato per supportare i colloqui di pace tra il governo e il gruppo ribelle Farc. Tali negoziazioni, fino a questo momento, non hanno purtroppo prodotto alcun risultato.
Ricercatori e scienziati hanno riesumato i resti del corpo del poeta Pablo Neruda, morto a Santiago qualche giorno dopo il colpo militare del generale Pinochet nel 1973. Cercheranno di scoprire se le affermazioni dell’autista del poeta, secondo il quale Neruda sarebbe stato avvelenato, sono effettivamente fondate.
Il Congresso in Uruguay ha votato, con una schiacciante maggioranza, per legalizzare il matrimonio gay. Si tratta del secondo Paese in America Latina, dopo l’approvazione delle unioni omosessuali da parte dell’Argentina.
Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, ha avvertito che l’escalation di tensioni innescata da Pyongyang nella penisola coreana rischia di sfuggire di mano. “L’attuale livello di tensione e’ molto pericoloso”, ha dichiarato nel corso di una visita a Roma la scorsa settimana, in cui ha avuto incontri con le autorità italiane e con papa Francesco. “Un piccolo incidente causato da un errore di calcolo o di valutazione può creare una situazione incontrollabile”, ha spiegato l’ex ministro degli Esteri sudcoreano.
Giappone e Taiwan, alla ripresa dei negoziati dopo quattro anni di stallo, hanno raggiunto l’intesa sullo sfruttamento delle acque marine nei pressi dell’arcipelago disabitato delle Senkaku/Diaoyu, nel mar Cinese orientale. In base all’accordo raggiunto mercoledì 10 aprile, i pescherecci di Taipei potranno operare in parte della zona economica esclusiva delle isole amministrate da Tokyo, ma rivendicate da Taiwan e, soprattutto, Cina. La questione sovranità sarà accantonata per ora, a favore del compromesso che scongiura l’asse Taiwan-Cina.
Il premier del Bangladesh Sheikh Hasina ha rigettato le richieste da parte del partito islamico Jamaat-e-Islami per una nuova legge anti-blasfemia, volta a introdurre la pena di morte contro coloro che diffamano l’Islam ed il Profeta Maometto. Dopo un’imponente manifestazione organizzata a Dacca da Jamaat-e-Islami, Hasina ha dichiarato che le leggi attuali offrono un ombrello protettivo più che sufficiente. Gli islamisti hanno fornito un ultimatum di tre settimane al governo per cambiare le leggi.
Cinque caschi blu indiani che partecipavano alla missione dell’Onu sono stati uccisi in un’imbosacta nel Jonglei, nel Sud Sudan. Lo ha annunciato il Ministero degli Esteri indiano, accusando i ribelli di aver attaccato un convoglio della Unmiss (United Nations Mission in South Sudan). Il Jonglei è stata teatro di scontri interetnici fin da luglio 2011, quando il Sud Sudan ha ottenuto l’indipendenza.
Sabato 6 aprile Tammam Salam è stato nominato primo ministro del Libano, dopo aver ricevuto l’appoggio dei diversi gruppi politici. Salam, musulmano sunnita, è stato votato dall’Assemblea dei deputati con 124 voti a favore su 128 totali: sarà a capo di un governo di unità nazionale per cercare di superare lo stallo politico che il 22 marzo scorso ha portato alle dimissioni dell’ex primo ministro, Najib Mikati.
Martedì 9 aprile al-Qaeda in Iraq (Aqi) ha dichiarato tramite il proprio capo, Abu Bakr al-Baghdadi, che al-Nusra è parte della propria rete e combatte in Siria per instaurare uno Stato islamico. “È giunto il momento di dichiarare al popolo del Levante e al mondo che al-Nusra è un’estensione dello Stato islamico d’Iraq nonché parte di esso”. Notizia successivamente smentita dal capo di al-Nusra, Abu Mohammad al-Julani, il quale ha confermato l’alleanza con il capo di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri, ma ha negato il fatto che al-Nusra sia una branca di al-Qaeda in Iraq.
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