Nel salotto piccolissimo della mia casa piccolissima c’è una libreria in cui comprimo a gomitate libri sul cinema. Tra questi c’è n’è uno con il dorso bianco e una scritta arancione. Saul Bass (A Life in Film & Design). E’ spesso quattro dita e alto due spanne. Ed è magico.
Ognuno per conto suo nella vita misura le affinità elettive che ha con amici, genitori, fratelli, fidanzati, figli. Il sistema per calcolarle è soggettivo, e l’unità di misura è a piacere. Io, se le affinità riguardano il cinema, lo calcolo in passi. Quelli che dividono la porta di ingresso dal divano dove, chiunque entra, siede trovandosi a sinistra la libreria. Non si tratta di snobismo, ma di sentimenti puri. Chi tra loro sente il bisogno di rialzarsi e afferrare quel dorso bianco con la scritta arancione per poi riaffondare nei cuscini e nelle sue pagine gridando per la bellezza, avrà la mia fiducia incondizionata. (Adesso mi toccherà cambiare sistema.)
Saul Bass era un graphic designer. Ma che dico: un genio visionario.
Fotografie, illustrazioni, progetti grafici, pubblicità, loghi, campagne, ma soprattutto titoli di testa e locandine di film leggendari grazie a lui si tradussero in una forma nobile di arte.
Hitchcock si rivolse a Bass un miliardo di volte e lo stesso fecero Billy Wilder, Robert Aldrich, Stanley Kramer, Stanley Kubrick, John Sturges, Martin Scorsese, Otto (the Terrible) Preminger…
E proprio sulla sagoma del morto che si stagliava sulla locandina di “Anatomia di un omicidio” di Preminger, Google oggi offre un personale omaggio a Bass per celebrare l’anniversario della nascita dell’artista, avvenuta a New York l’8 maggio del 1920.
Un disegno da solo non sarebbe bastato. Molto più adatto un tributo animato che nell’ordine citi: L’uomo dal braccio d’oro (The Man with the golden arm, 1955), Spartacus (id. 1960), West Side Story (id. 1961), La donna che visse due volte (Vertigo, 1958), Intrigo Internazionale (North by Northwest, 1959), Anatomia di un omicidio (Anatomy of a Murder, 1959), Colpo Grosso (Ocean’s Eleven, 1960) e Il giro del mondo in 80 giorni (Around the World in 80 Days, 1956). Tutti film prima dei film, googlizzati (si dice così?) per l’occorrenza.
Dovrò ricordarmi di passare per Google quando vorrò ordinare una copia del librone su Amazon da regalare a chi si è alzato dal divano.