Andare a Berlino significa per molti giovani dell’Europa Mediterrana perdersi per le vie del quartiere di Kreuzberg, vivere di assistenza e fare gli artisti. “Germania Copia & Incolla 2. Lavorare alla tedesca” ebook pubblicato da Stefano Casertano e Laura Lucchini con goWare spiega come questo è possibile, e cosa differenzia la Germania dagli altri Paesi dell’Unione Europea.
A partire dal 2003 il Paese ha intrapreso una serie di riforme del mercato del lavoro, che hanno ridotto i costi della disoccupazione per lo Stato, continuando ad assicurare alla larga fetta della popolazione di “working poors” sussidio e garanzie sociali nel periodo di ricerca. Sebbene molti continuinino a speculare sul sistema, e da solo esso non può spiegare una stabilità economica dipendente da molti altri fattori, l’ebook ne mostra le storie di successo. Da cui l’Italia può imparare, affermano gli autori, una “lezione di chiarezza”.
Nel breve estratto che pubblichiamo, gli autori raccontano l’emblematica storia di Maruska, italiana trapiantata con successo a Berlino.
«…La precarietà, la maternità i sussidi e alla fine un’esperienza imprenditoriale, sono le tappe del percorso di Maruska, una donna italiana che ha saputo trarre vantaggio in vari modi dalle riforme del lavoro del 2004 in Germania. Racconta la sua storia seduta a un caffè nella Schwedter Strasse, mentre il telefono le continua a squillare. Se potesse tornare indietro, non cambierebbe niente. Originaria della provincia di Pesaro, Maruska studia all’Accademia delle Belle Arti di Urbino, quando conosce colui che sarebbe diventato il suo compagno di vita, Matthias, un ragazzo tedesco. Entrambi si trasferiscono a Bologna dopo il diploma. Lei inizia a lavorare in uno studio di restauro sulle colline del capoluogo emiliano, in un posto da sogno e facendo ciò che più le piaceva, con certa soddisfazione e responsabilità. I lavori di restauro portati a termine per l’Accademia di Brera sulle cornici del Pontormo non riescono però a trasformarsi in un impiego fisso. Il primo a gettare la spugna è Matthias e si trasferisce a Berlino, dove la sensibilità per la cultura si traduce in fondi. Seguono poi “anni di trolley accanto al letto”, in una relazione easy-jet. Infine, nel 2001, anche Maruska decide di atterrare in quella che nel frattempo stava diventando come la capitale d’Europa. «Il trasferimento a Berlino significava accettare qualsiasi tipo di lavoro: cameriera, lavapiatti, aiuto cucina – dopo aver fatto la restauratrice. In più non parlavo ancora tedesco e dieci anni fa solo con l’inglese a Berlino non andavi da nessuna parte». Inizia un anno di lavoretti nei bar e corsi di tedesco al mattino, fino a che Maruska non rimane incinta. In quel momento Matthias continua a lavorare nell’ambito artistico attraverso concorsi pubblici e progetti sempre a breve scadenza. Il normale sussidio per il bambino e la maternità pagata sono sufficienti per andare avanti, ma una seconda gravidanza rende necessaria la richiesta di altri sussidi. «Bussai alle porte del Job Center trascinando con me tutta la famiglia. Essendo in maternità non avevo la pressione della ricerca di lavoro e gli appuntamenti con l’ufficio. Mi diedero un sussidio che per tutta la famiglia arrivava a 1200 euro al mese. In una situazione del genere in Italia o ti affidi alla famiglia o non ce la fai. In quel periodo invece ho avuto la possibilità di stare tranquilla, e anche di costruire nel frattempo qualcosa. Lo scopo è sempre stato quello di uscire dal sussidio». Così è stato. Maruska ritiene di aver saputo usare il sistema tedesco nei limiti del necessario. «È stata una necessità che mi ha spinto a ricorrere all’aiuto Hartz IV in Germania. Sono molto contenta di averlo potuto fare.Tutte le persone che se ne approfittano sono parassiti. Sono stata contenta di lasciare il contributo e sono contenta che ora, pagando le tasse per la mia attività, posso sostenere altre persone che ne hanno bisogno”…»
Gli autori
Stefano Casertano è giornalista, saggista e esperto di politica internazionale. Laureato in Economia, ha conseguito un MBA alla Columbia University di New York, e un Ph.D. in Politica internazionale all’Università di Potsdam. Nel 2012 ha pubblicato “Germania copia e incolla”. Risiede a Berlino.
Laura Lucchini ha studiato scienze della comunicazione alla Statale di Milano e all’Università Complutense di Madrid. E’ giornalista de “El Pais” e corrispondente da Berlino de “La Naciòn”.