I ragazzi di piazza Tahrir aderiscono alla campagna Free press for Syria, in sostegno al diritto ad esprimersi della stampa indipendente nata in Siria nei tre anni della rivoluzione.
Lo facciamo condividendo sul nostro sito l’appello rivolto alla società civile siriana, alle istituzioni politiche e ai gruppi di media, per denunciare i crimini ai danni di giornalisti e mediattivisti in Siria e il rilascio di quelli sequestrati.
“In Siria, il diritto ad informare ed essere informati è un diritto minacciato sia dal regime di Asad che delle orde barbariche che aspirano a creare un improbabile stato islamico nella laica Siria, “grazie” alle quali anche nelle aree sottratte al controllo del regime la censura è risorta e sono tornate le intimidazioni, i rapimenti, le torture a danno di giornalisti, media attivisti e semplici cittadini”. Esordisce così Fouad Roueiha, giornalista radiofonico italosiriano presentando la campagna Free press for Syria, della quale è promotore e che vede per la prima volta uniti i media siriani.
In tutto, sono venti gli organismi di informazione siriani che hanno voluto dare il via alla campagna – nove radio, otto testate cartacee e tre di altra natura – per denunciare gli abusi ai danni di chi lavora nel giornalismo o di chi si batte per il diritto a un’informazione libera nel paese degli Asad.
Rivolto alla società civile siriana, a quella internazionale ed alle istituzioni, perché agiscano per porre un freno a tutte le violazioni, l’appello ha già raccolto un sostegno importante, non solo tra le testate, le associazioni e gli intellettuali siriani. A livello internazionale sono già infatti numerose le adesioni – da Reporters Without Borders all’ International Press Institute, passando per International Media Support, Free Press Unlimited, Global Editors Network, e altri. E pure in Italia l’appello è già stato accolto positivamente da grandi organizzazioni come la CGIL e l’ARCI, Un Ponte Per…, Associazione per la Pace, Corpi Civili di Pace, Sinistra Ecologia e Libertà, Amnesty Italia, US Citizens For Peace And Justice.
La raccolta per le firme avviene attraverso una petizione multilingue (arabo, francese, inglese e italiano) ospitata dalla piattaforma di Avaaz. Ulteriore sostegno viene raccolto attraverso la pagina Facebook Free Press for Syria.