“Oggi, insieme alla squadra dei soccorsi, ho lasciato la città di Cebu per raggiungere la punta più a nord dell’isola che è stata direttamente colpita dal tifone Haiyan. La città di Cebu è stata risparmiata dal tifone, ma mentre raggiungiamo l’estremo nord notiamo che il paesaggio lussureggiante gradualmente si trasforma: migliaia di alberi caduti, tralicci elettrici divelti e le case rase al suolo. La potenza del tifone qui si manifesta in tutta la sua desolazione.
Il Villaggio di Kawit è uno dei tanti villaggi a nord di Cebu che ha un disperato bisogno di aiuto. Grazie all’immediato allarme diffuso dai funzionari locali, gli abitanti del villaggio sono stati avvertiti in tempo dell’arrivo del tifone, hanno lasciato le loro case e si sono rifugiati nella scuola locale. Si sono salvati, ma la maggior parte delle loro abitazioni sono state completamente distrutte. La piccola scuola è ora il punto di riferimento di centinaia di persone, ma è purtroppo molto affollata. Beverly Rossos, 50 anni, vive nella scuola con la sua famiglia composta da 10 persone. Fa molto caldo e umido, l’acqua scarseggia così lei non ha potuto lavarsi per quattro giorni. Tuttavia, pur vivendo in condizioni difficili ha mantenuto il suo senso dell’umorismo ed è riuscita a scherzare e ridere con me, mentre raccontava quello che ha visto. Beverly ha raccontato che una società privata ha consegnato razioni di riso e sardine, ma nessun altro aiuto è ancora arrivato e nessuno ha chiesto a lei o agli altri abitanti del villaggio di cosa hanno effettivamente bisogno. Anche se lei è grata per il cibo, quello che vuole veramente è ricostruire la propria casa e tornare al lavoro. Quasi tutti qui lavorano nel settore della pesca, ma senza barche ed energia elettrica per poter fabbricare il ghiaccio e conservare il pesce fresco sarà difficile guadagnarsi da vivere.
Mentre ci muoviamo lungo tutta la regione colpita, vediamo chiaramente che molte zone sono ancora in attesa di aiuti. Le donne hanno esigenze molto delicate da soddisfare… i servizi igienici sono stati spazzati via, non hanno assorbenti nè kit igienico-sanitari. Tuttavia, tutte le donne con cui ho parlato hanno un atteggiamento molto positivo, oltre che a soddisfare i propri bisogni chiedono a gran voce un sostegno per aiutare la comunità a ricostruire quanto è stato perduto”. Così racconta Sonya Ruparel del team internazionale di ActionAid.
Il team di ActionAid è arrivato nelle Filippine il 13 novembre e facendo base prima a Manila e poi a Cebu si è via via spostato verso le regioni più devastate dal tifone. Due settimane dopo il passaggio di Hayan, gli operatori umanitari stanno ancora affrontando non poche difficoltà nel raggiungere tutte le comunità colpite. I pacchi che ActionAid distribuisce alle famiglie contengono, oltre a beni alimentari per una settimana, kit igienico-sanitari e materiali di base per ricostruire, laddove possibile, le abitazioni distrutte.
Secondo le stime dell’OCHA (agenzia ONU) il tifone Haiyan ha colpito 9 regioni e 13, 26 milioni di persone. Il numero degli sfollati è in decrescita, ma rimane comunque di oltre 4 milioni. Lentamente le persone stanno tornando alle loro case, organizzando luoghi di riparo vicino alle loro abitazioni distrutte. Il numero delle abitazioni distrutte rimane altissimo, oltre un milione: solo nella città di Tacloban, secondo i dati di ActionAid sono andate distrutte il 98% delle abitazioni private e degli edifici pubblici. A due settimane da Hayan, i bisogni primari rimangono beni alimentari, accesso ad acqua potabile, materiali per la ricostruzione e sostegno psicologico.