La notizia ufficiale di oggi è che i militari hanno annunciato la fine dello stato di emergenza. E’ questa la news che la stampa egiziana online continua a rilanciare. Il messaggio è chiaro: torniamo alla normalità,anche se i fantasmi con i quali questa normalità deve fare i conti ha le sembianze di elefanti.
La notizia che non si trova, se non andandola a cercare nei meandri della comunicazione e soprattutto sui social network, è quella che riguarda Hosni Mubarak.Dopo l’ ultima sentenza, il vecchio faraone è stato confinato ai domiciliari solo come misura precauzionale visto lo stato di emergenza in vigore. Ma ora che questo stato di emergenza non c’è più il vecchio faraone potrà uscire dal suo resort privato a Sharm el Sheikh?
Se camminando per le strade egiziane vedo il volto di un uomo simile a quello di Mubarak, posso ancora pesare che si tratti di un fantasma?
Aspettando anche questa notizia, vi lascio all’ascolto della puntata di ieri, 12 novembre, di Radio 3 mondo. Con Luigi Spinola abbiamo parlato di donne egiziane. Secondo un’inchiesta di Thomson Reuters la nazione simbolo della Primavera araba si rivela la peggiore per i diritti femminili nel mondo arabo, peggiore dell’Arabia Saudita dove le donne sono trattate come eterne minorenni ed è proibito loro anche guidare l’auto, della Siria, dove sono usate come «armi di guerra» con rapimenti e stupri sia da parte del regime che di alcuni gruppi ribelli, e dello Yemen, dove un quarto sono sposate prima dei 15 anni.
Insomma, l’Egitto non è un paese per donne e questo lo conferma anche questa mappa che, monitorando tutte le denunce di violenza, mostra anche che una rivoluzione sociale c’è stata e che le donne egiziane sono forse più disposte di altre a denunciare violenze che prima del 2011 preferivano nascondere sentendosi quasi colpevoli.