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Elezioni in Venezuela

Ripercussioni sudamericane

Di Mario Magarò
Pubblicato il 17 Apr. 2013 alle 02:50

Il margine di circa 300mila voti con cui Nicolás Maduro si è affermato su Enrique Capriles alle elezioni venezuelane ha evitato, almeno per ora, clamorosi stravolgimenti nella geopolitica continentale.

Da due giorni osservo attentamente la mappa del Sud America che campeggia su una parete della mia casa a Lima. Mi sento a metà tra un generale d’armata e un incallito giocatore di Risiko, ma la realtà dei fatti è che, a queste latitudini, Hugo Chávez è stato il politico più influente dell’ultimo ventennio e la sua morte ha avuto ripercussioni che travalicano i confini venezuelani.

Immagino una bandierina a stelle e strisce sul trio Colombia-Cile-Perú, paesi dominati dal neoliberismo d’ispirazione statunitense e per questo distanti dalle vedute del Comandante. Il Perú di Ollanta Humala in verità, considerando gli esordi in politica dell’attuale presidente peruviano, sembrava dover assumere gli stessi connotati del Venezuela di Chávez, ma gli introiti garantiti dagli investimenti stranieri nel settore minerario hanno spinto Ollanta ad accantonare i pruriti nazionalisti.

Su tutto il resto del continente, con tonalità più mitigate sul Brasile del duo Lula-Rousseff, piazzo invece una bandierina a tinte rosse, a testimonianza del modello politico ed economico che Chávez è riuscito ad esportare. Un mix fatto di gestione in proprio delle risorse economiche, in primis gli idrocarburi, spesa sociale e ferrea opposizione agli USA e ad ogni ingerenza occidentale negli affari interni. Basti ricordare che il Venezuela è stato, per l’Argentina, un prezioso alleato nella nuova lotta intrapresa dalla Kirchner per riottenere la sovranità sulle isole Falklands.

Nel caso della Bolivia e dell’Ecuador il legame con Caracas è stato strettissimo. Entrambi i paesi, insieme a Cuba e Nicaragua, appartengono all’ALBA, un organismo internazionale creato dallo stesso Chávez per promuovere la cooperazione economica, politica e sociale tra gli stati che ne fanno parte. La vicinanza col Venezuela ha garantito ad Evo Morales iniezioni di denaro decisive per sostenere l’economia boliviana, mentre, per la Cuba dei fratelli Castro, l’amicizia con Hugo Chávez si è tradotta in una fornitura da 100mila barili di petrolio al giorno in cambio delle prestazioni dei medici cubani in Venezuela.

La vittoria di Maduro garantisce, senza dubbio alcuno, la continuità della linea politica tracciata da Chávez sul fronte delle relazioni internazionali. L’esito delle elezioni di domenica scorsa ha evidenziato, in ogni caso, come il Venezuela sia un paese ormai polarizzato e difficile da governare per l’ex delfino del Comandante.

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