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E se fosse la volta buona?

Un punto di vista sull'anno economico che ci attende

Di Livio Ricciardelli
Pubblicato il 7 Gen. 2014 alle 16:57

Il 1° gennaio del 2014 la Lettonia è ufficialmente entrata a far parte dell’Eurozona.

La notizia potrebbe essere tranquillamente definita di nicchia, ma in realtà si tratta di un avvenimento che può portare una nota d’incoraggiamento a tutto il continente europeo.

Senza partire dalla radici storiche dello stato lettone (a partire alla costituzione del 1922, ripristinata a seguito della ritrovata indipendenza dall’Urss nel 1991) ritorniamo a meno di sei anni fa. Al settembre 2008.

A seguito della grande crisi del mutui subprime si scatena una grande crisi economica conseguente all’eccessiva deregolamentazione dei mercati finanziari. In questo quadro la crisi brevemente si sposta dal settore finanziario a quello dell’economia reale, intaccando i bilanci degli stati sovrani.

In un scenario di questo tipo nel giugno 2009, proprio in concomitanza con le ultime elezioni europee, il quadro in Lettonia era il seguente: Pil in picchiata, paese baltico più sottosviluppato, disoccupazione al top, un governo populista al potere e una valuta nazionale (il Lats) sempre più in difficoltà.

Oggi lo scenario, dopo quasi cinque anni, sembra del tutto cambiato: la disoccupazione si attesta all’11.3%, percentuale sotto la media della zona Euro, la crescita del Pil è quasi ai livelli di quello polacco (+4% nel 2013 e secondo le stime andrà ancor meglio nel 2014), un debito pubblico inferiore al 40% e un rapporto tra deficit e Prodotto Interno Lordo pari all’1.4%. Il tutto in una situazione politica in cui a breve entrerà in carica un governo filo-europeo guidato dal Partito dell’Unità.

Nel corso del suo ultimo report il centro studi degli Artigiani di Mestre ha segnalato una, a tratti, incredibile verità: nel corso dell’anno solare 2013 in Italia le tasse sono lievemente diminuite. Una delle poche certezze, nel campo dei dati macroeconomici, è che il Pil italiano nel 2014 sarà di segno positivo. E il ministro dell’economia non esclude altri ritocchi all’ingiù della tassazione, grazie a tagli alla spesa pubblica e alla lotta contro l’evasione fiscale.

Senz’altro non tutto è oro ciò che luccica, ma un dubbio trapela: se questo 2014 fosse l’anno giusto?

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