Democrazia partecipativa Italia | Citizens’Assembly | Democrazia aleatoria
Di fronte all’impasse in cui si trova oggi la democrazia rappresentativa elettiva, stretta tra spinte autoritarie e tendenze epistocratiche, occorre sperimentare nuove forme di partecipazione politica che superino i limiti della logica elettorale “maggioranza vs opposizione” e ricostruiscano un patto di fiducia tra cittadini e istituzioni.
È quanto si ripropongono i promotori della Citizens’Assembly: un’assemblea di cittadini estratti a sorte su base statistica, che si riuniscono guidati da esperti per discutere e deliberare su uno o più temi di interesse pubblico e generale.
Dall’Irlanda al Belgio, dalla Svizzera all’Inghilterra, dall’Islanda alla Mongolia, l’utilizzo delle Citizens’Assembly sta offrendo risposte sorprendenti ed efficaci per trovare soluzioni a questioni controverse.
In Italia l’idea di utilizzare le Citizens’Assembly come strumento per avviare una nuova stagione di riforme di cui il Paese ha da tempo bisogno è supportata da da Oderal, Democrazia Radicale ed Eumans, il movimento paneuropeo di iniziativa popolare creato da Marco Cappato.
Con il supporto di alcuni esperti, le tre realtà hanno messo a punto un documento che descrive come si possano applicare in Italia modelli di Citizens’ Assembly e hanno già chiesto all’attuale governo di poterlo fare in due ambiti. Un’Assemblea dei cittadini sulla riforma delle legge elettorale “perché siano gli elettori stessi a scegliere ed elaborare il modello migliore di conversione dei voti in seggi” e un’altra sulle emergenze climatiche e la transizione energetica.
Le proposte sono state illustrate nel corso di un convegno che si è svolto alla Sala del Refettorio della Camera dei deputati e al quale hanno partecipato, tra gli altri, Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Samuele Nannoni, fondatore Organizzazione per la democrazia rappresentativa Aleatoria, il coordinatore di Democrazia Radicale Lorenzo Mineo e Mario Staderini, attivista per i diritti politici e promotore della campagna libertàdivoto.it.
“È evidente che una politica fondata sul consenso immediato, sul marketing elettorale, porta a decisioni che sanno guardare solo al brevissimo periodo e sono inadeguate a dare risposte di Governo ai veri temi del nostro tempo. L’alternativa è quella non di sostituire, ma di affiancare alla democrazia elettorale anche una democrazia fondata su cittadini informati, estratti a sorte ma che passano attraverso un percorso di conoscenza, di formazione e di dibattito per poter fornire idee e proposte al decisore politico”, spiega a TPI Marco Cappato.
Democrazia partecipativa Italia | Sorteggio
“Noi vogliamo che si faccia anche in Italia su due temi importantissimi: la legge elettorale – che invece di essere ostaggio delle convenienze dei partiti sia concepita nell’interesse generale – e il tema dell’emergenza climatica, del riscaldamento globale; anche lì, trattandosi di una questione di lungo periodo, deve avere risposte che escano dagli slogan del momento”, prosegue Cappato illustrando le proposte.
“Non facciamoci spaventare dall’aspetto del sorteggio, perché è solo uno dei vari. C’è la conoscenza e la formazione delle persone. Non è una proposta nemica della democrazia rappresentativa o del liberalismo. Anzi è per rafforzare le assemblee legislative, nei parlamenti, per riuscire a rifornirle di proposte che siano elaborate senza essere costretti alla rendita elettorale immediata”.
Non bisogna pensare che l’alternativa sia lasciare le cose come stanno, o avventurarci nel superamento della democrazia. C’è una terza strada: quella di riformare la democrazione con nuovi strumenti che anche la scienza mette a disposizione.
Democrazia partecipativa Italia | Casi Irlanda e Regno Unito
Durante il convegno si è parlato di due casi in particolare: quello dell’Irlanda e quello del Regno Unito, dove gli ambientalisti del movimento radicale Extinction Rebellion stanno rilanciando la sfida alle autorità britanniche, dopo l’annuncio della raffica di processi per blocchi stradali e resistenza contro oltre 1.100 dimostranti delle proteste organizzate ad aprile a Londra per denunciare i timori legati ai segnali di surriscaldamento del pianeta”.
Per cinque giorni gli attivisti bloccheranno cinque città inglesi per chiedere al Governo una Citizens’Assembly sulle emergenze climatiche.
Un altro esempio è quello dell’Irlanda, raccontato da David Farrell, organizzatore della Irish Citizens’ Assembly e membro della Royal Irish Academy. Sia per il sì ai matrimoni gay che per la legge sull’aborto, le soluzioni messe a referendum, infatti, sono state quelle elaborate dalle Citizens’ Assembly. Il tutto mentre in Italia la discussione della legge sull’eutanasia, si è per l’ennesima volta arenata in Parlamento.
“Così come non c’è incompatibilità tra democrazia elettorale e democrazia aleatoria, non c’è nenache incompatibilità con i referendum e le proposte di iniziativa popolare. Il caso irlandese spiega bene come al referendum ci si è andati attraverso delle proposte elaborate durante le assemblee dei cittadini. Quindi anche qui quello che è sbagliato è vedere le cose in contrapposizione”.
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